Passi avanti con doppia preferenza e informazione virtuosa
di Stefano Ambu
Un passo avanti, questo sì. Persino un raddoppio rispetto alla legislatura precedente. Ma la doppia preferenza di genere non ha colorato di rosa il Consiglio regionale: otto posti su sessanta sono andati alle donne. La conclusione? Si può fare meglio. L'invito è arrivato dai lavori di un convegno promosso da Università di Cagliari, Coordinamento 3-Donne di Sardegna, Giulia giornaliste Sardegna e Corecom.
Federica Ginesu, giornalista di Giulia, ha presentato uno studio su quanto è stato fatto dal mondo dell'informazione per aiutare a far decollare la doppia preferenza. E l'indagine ha mostrato che i principali media sardi hanno fatto un buon lavoro. "Anche se i temi su differenza salariale, lavoro e famiglia, affidi, denatalità, gap di rappresentanza politica sono stati trattati solo dalle donne", ha precisato Ginesu.
Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia, è sicura: "L'informazione virtuosa ha fatto di tutto per garantire la parità di genere. Quando si è dovuto dare spazio ai presidenti, purtroppo, la scelta è stata obbligata: erano solo uomini. Il risultato - ha chiarito Ronchi - non è stata una sconfitta delle donne, ma della politica: i partiti non sono riusciti a garantire una rappresentanza paritaria. In questo senso registriamo ancora un blocco culturale nonostante i grandi sforzi dell'informazione".
Meccanismi da oliare, dunque. "In realtà - ha sottolineato il costituzionalista Andrea Deffenu - si tratta di un meccanismo per costringere i partiti a candidare donne, ma che non può dare garanzia di risultato. È sicuramente un sistema molto interessante, ma non basta: bisogna capire come la interpretano i partiti. Nessuna condanna per nessuno, per carità. Alcuni partiti ad esempio, dicono i risultati, sono più sensibili di altri. Diciamo che ci sono dei margini per un miglioramento: è un meccanismo che non è stato utilizzato alle sue massime potenzialità. Come mai? Certo, bisogna capire perché".
Intanto alcuni tabù da sfatare. "Non è vero, come hanno dimostrato le elezioni comunali, che le donne non si occupano di politica - ha detto Luisa Marilotti del Coordinamento 3 - non è vero che le donne non votano le donne, non è vero che non ci sono donne interessate a fare gli assessori. La polemica della Giunta comunale di Sardara tutta al maschile con il sindaco che dice che le donne non ci sono? Ma non è vero, le donne ci sono eccome". E poi ha aggiunto: "Forse è ora di smetterla di parlare di quote rosa, bisognerebbe parlare di norme antimonopolistiche contro le quote celesti".
L'Università di Cagliari già al lavoro. "Bisogna insistere e persistere - ha incalzato la rettrice Maria Del Zompo - perché serve un cambio di mentalità profondo nella nostra società: bisogna avere più coraggio e proporsi più spesso, perchè le ambizioni non sono esclusiva degli uomini. Per questo nel nostro ateneo portiamo avanti politiche per l'equilibrio di genere anche in mezzo alle difficoltà e alle perplessità dei nostri colleghi uomini".