Cinquantasei autocisterne sfilano per dire no agli assalti
di Fabrizio Fois
Uniti nella condanna senza appello degli assalti armati contro le autocisterne che trasportano il latte appena raccolto negli allevamenti ovini, ma divisi nelle piazze. Il mondo del settore lattiero caseario, a pochi giorni dall'accordo sul prezzo del latte a 74 centesimi come acconto a marzo, per poi arrivare anche oltre 1 euro in base alle quotazioni del Pecorino romano sul mercato, appare nuovamente diviso. Anche se il dialogo tra le parti - pastori da una parte e industriali dall'altra - rimane in piedi. Ieri a Tramatza (Oristano) l'assemblea dei pastori ha sancito nuovamente l'intenzione di proseguire "uniti" nel negoziato sulla vertenza. Oggi c'è stata la serrata dei caseifici e la marcia "per la legalità" e contro gli assalti, che ha visto sfilare a Macomer (Nuoro) i titolari e i dipendenti degli stabilimenti, accanto agli autotrasportatori con le loro 56 autocisterne. "Abbiamo paura", hanno ripetuto al corteo, al quale hanno aderito anche diversi sindaci con la fascia tricolore. Assenti i pastori, anche se in piazza si è visto qualche allevatore della zona e, al termine della manifestazione, sono arrivati i saluti del leader storico del Movimento pastori sardi, Felice Floris.
In prima linea, invece, i titolari dei caseifici, come Antonio Mura della Sarda Formaggi di Buddusò (Sassari), uno degli industriali che ha visto uno dei mezzi della sua azienda andare a fuoco dopo un blitz di uomini incappucciati ed armati. "Oggi - ha detto - è una giornata importante per solidarizzare con i lavoratori che tutti i giorni sono impegnati nella raccolta del latte, e fanno parte di questa filiera che non riesce più a trovare pace. Non è una giornata di protesta, ma di raccoglimento, per ricercare la pace sociale per il comparto". A Macomer c'era anche un giovanissimo, Gavino Dore, figlio dell'autotrasportatore vittima dell'ultimo assalto a Torralba (Sassari). "E' inaccettabile che gli autisti delle autocisterne del latte, che si alzano all'alba e finiscono a sera inoltrata, tutti i giorni senza ferie e giornate libere, debbano rischiare la vita per andare a lavorare - ha osservato -. Siamo famiglie con mutui, che devono fare grandi sacrifici per sostenere le aziende. Quello che ci manca oggi è la serenità".
E per solidarizzare col mondo delle campagne, ma anche per dire "no alla violenza", al corteo hanno partecipato i sindaci, con il presidente dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana. "Nella vertenza è stato finalmente raggiunto un accordo. Da qui bisogna partire per proseguire il dialogo e trovare una soluzione per un settore che è il cuore dell'economia della Sardegna", ha sottolineato. E oggi in prefettura a Sassari è previsto un nuovo faccia a faccia nel tavolo di filiera per discutere della riforma complessiva del sistema, a partire dalla riorganizzazione dei consorzi di tutela delle tre produzioni lattiero-casearie Dop sarde: Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo.
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