Azione per ottenere 285 milioni trattenuti dallo Stato
La Regione Sardegna porta il Governo in tribunale sulla vertenza accantonamenti. E' stato depositato oggi a Cagliari il ricorso contro il Ministero dell'Economia e contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "per l'accertamento del diritto di credito pari a 285,3 milioni di euro per il 2018 oltre a 33,4 milioni per ogni annualità 2016, 2017, 2018". Una decisione all'indomani dall'impugnazione, sempre da parte della Giunta regionale, dell'ultima legge di stabilità nazionale a seguito della sentenza dell'11 gennaio scorso con cui la Corte Costituzionale invitava il Governo a trovare un accordo equo in termini di accantonamenti senza esercitare "principi tiranni" per la necessità di salvaguardare le casse nazionali.
Nel ricorso la Regione chiede al tribunale di condannare il Ministero dell'Economia e il presidente del Consiglio al pagamento e alla liquidazione del credito vantato in quanto "certo, liquido, ed esigibile". L'accertamento riguarda due ragioni di credito. La prima, i 285 milioni versati per il 2018 ma non dovuti, è relativa alla partita sugli accantonamenti, ossia il contributo per il ripianamento del debito pubblico nazionale. La seconda, i 33 milioni per tre anni, riguarda invece risorse dovute per le funzioni delle province.
"Un passo molto importante - commenta all'ANSA l'assessore regionale al Bilancio Raffaele Paci - una cosa del tutto inusuale nei rapporti tra Stato e Regione, siamo forti della sentenza che noi riteniamo essere immediatamente esecutiva della Corte Costituzionale, così nel nostro atto esecutivo chiediamo al tribunale di Cagliari di condannare ministero e Palazzo Chigi alla restituzione immediata delle risorse". Si tratta, aggiunge Paci, "del compimento di un lungo tragitto portato avanti in questi anni per rivendicare le risorse dovute alla Sardegna". L'assessore ha anche ricordato l'impugnazione delle ultime quattro finanziarie nazionali, due del Governo Renzi, una del governo Gentiloni e l'ultima del governo Conte. "Ovviamente - ha concluso - chiederemo anche i 285 milioni e i 33 per il 2019, ma questo lo potremo fare solo dopo che ci sarà il decreto del Mef che formalmente ce li toglie".