Intitolata a Fabio Masala nei locali della Fabbrica del Cinema
(ANSA) - CARBONIA, 7 FEB - Nasce nel Sulcis un nuovo importante presidio culturale: la sala cinematografica "Fabio Masala" del Centro Servizi Culturali di Carbonia della Società Umanitaria. E' stata inaugurata oggi nei locali della Fabbrica del Cinema, all'ombra della Grande Miniera di Serbariu, e si pone come un nuovo spazio pubblico per la fruizione cinematografica, culturale, convegnistica e didattica, che suggella l'impegno del Centro Servizi Culturali per la creazione nel Sulcis Iglesiente di una realtà cineportuale.
Fabio Masala è stato il fondatore e primo direttore della Società Umanitaria in Sardegna, figura chiave per lo sviluppo dalla cultura audiovisiva e cinematografica nell'isola, tra i relatori della "Carta dei diritti del pubblico", redatta a Tabor nel 1987. La sala cinematografica potrà contare su 130 posti a sedere e sarà attrezzata con un nuovo impianto di proiezione digitale DCP-Digital Cinema Package, capace quindi di proiettare i film in uscita nel normale circuito distributivo e impianto sonoro Dolby Surround. Avrà una funzione polivalente e ospiterà le attività che già il CSC svolge abitualmente durante tutto l'anno: rassegne, festival, proiezioni per le scuole. Ma sarà anche uno spazio aperto nei confronti del tessuto sociale, culturale e associazionistico del territorio, con la possibilità di potenziare i momenti dedicati alla didattica e alla piccola convegnistica. Ad inaugurare la sala è stata la proiezione di "Fare per capire: cinquant'anni di storia della Società Umanitaria", un documentario diretto da Paolo Carboni.
A fare gli onori di casa è stato il direttore del Centro Paolo Serra, che ha evidenziato anche la vocazione formativa della nuova sala, "uno spazio aperto ai giovani e alle scuole che ha l'obiettivo di trasmettere competenze e cultura audiovisiva". Accorato poi il ricordo di Fabio Masala, cui la sala è dedicata, per il "suo straordinario impegno civile e intellettuale - ha detto Serra - a servizio della crescita delle comunità attraverso lo strumento del linguaggio cinematografico". (ANSA).