Terza intimidazione dal 2017, indagano i carabinieri
"Non mi sono fatto intimidire prima e non lo farò neanche ora. Continuerò il mio mandato, forte dell'appoggio della mia squadra, con onestà e legalità". Così all'ANSA il sindaco di Siniscola Gianluigi Farris dopo le minacce di morte apparse sui muri del paese del Nuorese. Il gesto potrebbe essere legato alle restrizioni imposte dal decreto Gabrielli sui falò di Sant'Antonio, che l'amministrazione comunale quest'anno ha deciso di applicare.
"Non ho la certezza che dietro a questo gesto ci siano i problemi legati ai fuochi ma può essere uno dei motivi - spiega il primo cittadino -. Le regole non piacciono a nessuno e sui fuochi c'è sempre stata l'anarchia. Ora prima di accendere i falò all'interno del centro abitato bisogna presentare un progettino in Prefettura, in Commissariato e in Comune, con le misure e le distanze dalle case. Norme che devono essere rispettate anche dai 26 carri che procurano le frasche di legno".
Il malcontento era emerso nelle riunioni preparatorie della festa in cui era presente anche il sindaco. "Premetto che sono state tutte riunioni tranquille - ha chiarito Farris - ma i ragazzi mi hanno chiesto in tutti i modi di soprassedere all'applicazione del decreto, cosa che non può essere fatta: le regole vanno applicate come è giusto che sia". Già nel 2017 Farris aveva subito due intimidazioni, con una finta bomba piazzata davanti al bar di sua proprietà e con una busta contenente cartucce e minacce di morte trovate davanti al municipio.