Tumori: 10mila nuove diagnosi nel 2018

Sardegna
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Più colpiti gli uomini, sotto accusa stili di vita non corretti

Nel 2018 diecimila nuove diagnosi di tumore in Sardegna (escluso cute), 27 al giorno, 300 in più rispetto all'anno precedente. Più colpiti gli uomini (5.200) rispetto alle donne (4.800). Ma mentre l'incidenza femminile nell'isola è nella graduatoria nazionale a metà classifica, quella maschile è tra le più basse in Italia. Cresce l'adesione agli screening, ma si consuma ancora troppo alcol (21%). E si seguono stili di vita che non aiutano la battaglia al cancro: il 24,9% è sedentario, il 27% è in sovrappeso, il 10,5% è obeso. Le sigarette? Il 26,7% fuma.

Le neoplasie più frequenti sono quelle del colon retto (1.450), mammella (1.350), polmone (1.035), prostata (800) e vescica (750). La sopravvivenza a cinque anni è del 60% fra le donne e del 49% fra gli uomini, inferiore però alla media nazionale che viaggia intorno al 54%.

I principali dati del volume "I numeri del cancro in Italia 2018", realizzato dall'associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dall'associazione italiana registri tumori (Airtum) da Fondazione Aiom e Passi (progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) sono stati presentati all'assessorato regionale della Sanità.

ARRU, MIGLIORI RISULTATI RADUNANDO SPECIALIZZAZIONI. "Maggiore è la concentrazione degli specialisti migliori sono gli esiti: è un dato di fatto rilevato dalle statistiche". Così l'assessore della Sanità Luigi Arru, commenta il report sui tumori nell'Isola nel 2018. "Come Regione stiamo portando avanti un processo culturale importante - ha aggiunto - non c'è concentrazione per economia di scala, ma perché farsi operare in un centro che ha tutte le figure che occorrono dà migliori risultati". Tasto dolente lo screening. "Bisogna ancora migliorare - ha aggiunto - alcune province sono tra le peggiori in Italia: arrivare tardi a una diagnosi significa mettere a rischio i risultati di chirurgia e chemioterapia".

Daniele Farci, oncologo all'ospedale Businco di Cagliari e membro del consiglio direttivo nazionale Aiom, ha sottolineato l'importanza di nuove terapie, sostenibilità e umanizzazione. Rimarcando il fenomeno della migrazione sanitaria passiva "dovuto soprattutto alle lunghe liste d'attesa". C'è un certo ottimismo, però. "Quello che veniva un tempo considerato un male incurabile è divenuto - ha detto Maria Giuseppina Sarobba, coordinatore Aiom Sardegna e direttore oncologia del San Francesco di Nuoro - in moltissimi casi una patologia da chi si può guarire o con cui si può convivere a lungo con una buona qualità di vita. Per la prevenzione però fare i conti anche con il consumo di alcol in crescita - nell'isola forte come elemento di socialità - con gravi danni tossici alla salute della persone se si eccedono le quantità suggerite. Bisogna investire sulla prevenzione primaria: a volte dipende dalle abitudini personali". Mario Usala, direttore del registro tumori di Nuoro ha illustrato il cammino in Sardegna dei registri: "L'obiettivo - ha detto - è quello di allineare in breve tempo il registro della Sardegna meridionale a quelli già operanti a Sassari e Nuoro".

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