Giornalisti: a Bellu il "Giuseppe Fava"

Sardegna
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La consegna il 5 gennaio a Catania a 35 anni dall'omicidio

E' Giovanni Maria Bellu il vincitore dell'edizione 2019 del premio nazionale di giornalismo "Giuseppe Fava - Niente altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie". Il premio è stato istituito nel 2007 dalla Fondazione Giuseppe Fava e viene assegnato su indicazione di una giuria (quest'anno formata da Carlo Lucarelli, Giovanni Tizian e Giulio Cavalli) che individua una terna di candidati. Questa la motivazione: "A Giovanni Maria Bellu che dell'amore per la sua terra e della civiltà del mare ha fatto mestiere e memoria".

La consegna del riconoscimento avverrà a Catania sabato 5 gennaio, 35° anniversario dell'omicidio ordinato dalla mafia del giornalista e scrittore siciliano. Sarà preceduta dall'omaggio delle associazioni alla lapide sul luogo dell'assassinio e (alle 18 al Teatro Verga) da un dibattito, moderato da Mario Barresi, sul tema "Antimafia 35 anni dopo: dire, fare o sembrare" al quale prenderanno parte Luigi Ciotti, Claudio Fava, Armando Spataro e lo stesso Bellu.

Tra i vincitori delle precedenti edizioni, la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia (premio alla memoria assegnato nel 2018), Giovanni Tizian, Lirio Abbate, Maurizio Chierici, Attilio Bolzoni, Sigfrido Ranucci, Carlo Lucarelli, Roberto Morrione, Fabrizio Gatti e i giornalisti calabresi minacciati (Lucio Musolino, Giuseppe Baldessarro, Ferdinando Piccolo, Michele Albanese, Giuseppe Baglivo, Antonio Nastasi).

La Fondazione Giuseppe Fava è nata l'8 aprile del 2002 per volontà della figlia Elena e della famiglia con lo scopo di rendere fruibile l'opera di Fava e attraverso i suoi scritti fare educazione alla legalità nelle scuole. Giovanni Maria Bellu, già inviato di Repubblica e condirettore de l'Unità, è l'autore del romanzo-reportage I fantasmi di Portopalo dedicato alla sua inchiesta giornalistica sul naufragio della notte di Natale del 1996 ed è tra i fondatori dell'Associazione Carta di Roma, nata nel 2011 per vigilare sul linguaggio dei media sui temi dell'immigrazione. A metà ottobre si è dimesso dalla direzione del quotidiano online Sardinia Post in dissenso con la richiesta dell'editore di modificare la linea politica della testata.
   

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