Sib, primo importante passo per far ripartire investimenti
Si apre uno spiraglio positivo per il futuro degli stabilimenti balneari. E' stato inserito l'emendamento nella legge di bilancio del Governo per la proroga delle concessioni per altri 15 anni. "Questo è un primo passo, si è arrivati anche grazie alla costante presenza del Sib Sardegna e a un'interlocuzione con i parlamentari, è stata l'occasione di far conoscere la nostra realtà, di piccole e micro imprese dalle quali dipende il futuro di tante famiglie sarde", commenta Claudio Del Giudice, presidente del Sib Sardegna, "abbiamo avuto un contatto diretto con i nostri rappresentanti politici a Roma, questo è un primo importante passo per far ripartire gli investimenti cominciando dalla ricostruzione degli stabilimenti distrutti dalle mareggiate".
Secondo Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Sardegna, "si attende la norma per un giudizio definitivo che arriverà venerdì, ma la notizia viene accolta con grande sollievo e soddisfazione dalle trentamila famiglie di balneari con centomila addetti, solo in Sardegna si contano circa 600 imprese che danno lavoro a 1500 fissi e 4500 stagionali. Se l'emendamento entrerà effettivamente in norma, le nostre imprese potranno finalmente riprendere ad investire. Ciò a beneficio della qualità dei servizi offerti e dell'indotto. Nonostante questo, se venerdì esulteremo, dovrà comunque trattarsi di esultanza moderata in quanto, essendo una proroga "secca" e slegata da altri fattori, se poi la politica non la legherà all' insieme di norme di una legge organica di riordino complessivo della materia demaniale, la finiremo presto punto e a capo. Un incubo durato nove anni in cui il futuro era incerto e si rischiava di cancellare l'intero settore degli stabilimenti balneari, cardine dell'identità del turismo italiano. Ora anche la Regione faccia la sua parte mettendo mano alla revisione delle linee guida per la redazione dei pul, indegno impianto per il sistema turistico della nostra regione".
Un punto a favore della battaglia contro la direttiva che prende il nome da Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione.