Dall'amicizia con Costantino Nivola 'escono' 64 opere
Un'amicizia durata una vita, un forte sodalizio celebrato nella mostra "Le Corbusier. Lezioni di modernismo": per la prima volta in Italia si potranno ammirare i disegni del grande architetto e urbanista, visionario, pittore e scultore che appartengono alla collezione di Costantino Nivola. Orani, il paese natale di Nivola, ospita dal 22 dicembre al 17 marzo, nelle sale del Museo a lui dedicato, 64 opere di Le Corbusier, che fanno parte di una più vasta raccolta di 300 disegni. Un percorso espositivo di pitture su carta colorata tra acquarelli, inchiostri, pastelli che riunisce per la prima volta opere dislocate tra Francia e Stati Uniti.
Una parte di questi disegni è stata realizzata negli anni '40 nello studio di Greenwich Village e nella casa di Long Island di Nivola, dove Le Corbusier è stato spesso ospite. La mostra, che si avvale della collaborazione della Fondation Le Corbusier, getta luce sul rapporto con Costantino Nivola, conosciuto nel 1946 a New York dove Le Corbusier faceva parte del team internazionale di architetti incaricato della progettazione del Palazzo delle Nazioni Unite. L'insegnamento risulta determinante per l'artista di Orani, che si accosta al modernismo, abbandonando il suo precedente stile espressionista. Tra le opere più significative esposte "la donna con la bugia" e le nature morte del periodo purista. Lungo il percorso ci si imbatte anche nella ricostruzione fotografica di uno dei murali di Le Corbusier creati proprio a Long Island. L'esposizione è frutto di un progetto della Fondazione di Sardegna e Fondazione Nivola nell'ambito della rassegna "AR/S - Arte condivisa in Sardegna".
"Questi disegni - spiega la curatrice Giuliana Altea - costituivano una riserva di immagini cui Le Corbusier attingeva non solo per i dipinti ma anche per gli arazzi e le pitture murali, in accordo con quell'idea di 'sintesi delle arti' così importante nella sua opera". I disegni costituiranno per Nivola un vademecum di spunti e soluzioni formali. Attraverso quei fogli l'artista di Orani ricorderà di aver imparato "le regole del gioco, il più bel gioco che l'uomo abbia mai inventato, il gioco dell'arte".