Sindaca Torpè si difende, "ho dato l'ordine ma cittadini restii"
"Torpè è sott'acqua ma la sindaca fa resistenza". Sono le 21.11 del 18 novembre 2013 quando l'allora prefetto di Nuoro, Pietro Pintori, risponde così alla sala operativa della Regione che risollecita provvedimenti di evacuazione nel comune colpito dalla drammatica alluvione di 5 anni fa. La conta totale dei morti arriverà a 19 in tutta la Sardegna, due dei quali in provincia di Nuoro. La registrazione della telefonata dal prefetto è stata fatta ascoltare questa mattina nell'aula del tribunale di Nuoro alla ripresa del processo che vede alla sbarra 61 imputati per le due vittime e la devastazione provocata nel territorio della Baronia dal ciclone Cleopatra.
La sindaca di Torpè - tra i 61 rinviati a giudizio dalla Procura - non ci sta a finire sulla graticola e ha subito chiesto e ottenuto di rilasciare una dichiarazione spontanea: "Io avevo iniziato l'evacuazione prima della telefonata della Prefettura ma la popolazione era restia ad abbandonare le case", si è difesa Antonella Dalu. Immobilizzata a letto, l'ondata di acqua e fango provocata dall'esondazione della diga di Maccheronis trovò impreparata Maria Frigiolini: la donna di 88 anni morirà nella sua abitazione completamente allegata alle 23 di quel tragico giorno. La seconda vittima, invece, viene inghiottita dal crollo del ponte di Oloè, sulla provinciale Oliena-Dorgali. L'agente di Polizia Luca Tanzi, in servizio, stava transitando sul viadotto per andare a soccorrere alcune persone in difficoltà: all'improvviso il cedimento della struttura e l'apertura di una enorme voragine dentro la quale è finita l'auto con il poliziotto a bordo.