Nuovo scontro sugli accantonamenti, "ora basta pagare"
Sale il livello dello scontro Stato-Regione Sardegna sugli accantonamenti: la Giunta Pigliaru si rifiuta di pagare altri 285 milioni di euro che si aggiungono ai 219mln mai versati, dopo l'impugnazione delle ultime tre finanziarie nazionali da parte dell'esecutivo regionale.
"Quella di Roma è stata una decisione unilaterale, noi siamo certi di essere dalla parte della ragione, per questo non pagheremo il contributo richiesto per il risanamento del debito pubblico nazionale", ha spiegato il governatore Francesco Pigliaru, che fatto il punto con i giornalisti sulle risorse che la Sardegna versa allo Stato.
D'altra parte, ha sottolineato il capo dell'Esecutivo, "il Governo non risponde alle ripetute richieste di incontro". Cinque le lettere inviate sinora: "Abbiamo scritto al presidente Conte, al ministro dell'Economia Tria, al ministro per gli Affari regionali Stefani, inviando un breve dossier di riepilogo. Ma nessuno ha risposto", ha ricordato Pigliaru.
La posizione della Sardegna è chiara. "Abbiamo più volte ripetuto che i 754 mln previsti sono una cifra enorme e sproporzionata per la Sardegna, anche rispetto ad altre Regioni più ricche - ha ribadito il presidente - Abbiamo chiesto regole chiare, certe ed eque e finora non ci sono mai state comunicate". Da qui la decisione di non pagare gli ultimi 285 mln. In questo modo la quota che l'Isola versa allo Stato per il 2019 passa da 754 a 250mln con un "risparmio" di 504mln.
"Abbiamo percorso tutte le strade possibili - ha chiarito l'assessore del Bilancio Raffaele Paci - abbiamo deciso di alzare il livello del confronto perché abbiamo diritto ad aprire una nuova trattativa per raggiungere un'intesa: gli accantonamenti non possono essere eterni e la cifra non può essere imposta, questo la Corte lo dice più volte".
"Quei soldi sono nostri - ha ribadito - e con la decisione di portare il deficit al 2,5% con la manovra nazionale, visto che l'austerity è finita, allora sarà anche possibile ridurre i nostri accantonamenti". Una battaglia condivisa anche dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau: "è necessario sostenere con forza le ragioni della Giunta: mi auguro che l'Assemblea si esprima in maniera unitaria".