Operazione Carabinieri a Sassari, altri 16 indagati
L'hanno ribattezzata "Operazione Red Moon", dal nome di un locale di Porto Torres in cui si erano verificati alcuni episodi che avevano fatto emergere contrasti e scontri nel mercato della droga a Sassari e nell'hinterland. A distanza di oltre due anni dalla conclusione delle indagini, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Sassari, coadiuvati dai colleghi delle compagnie di Sassari, Alghero, Porto Torres e Napoli e dei cacciatori di Sardegna di Abbasanta, hanno arrestato Luigi Ronghi, noto Gino, 46 anni, commerciante napoletano residente a Porto Torres, Stefano Dell'Orfano, 38 anni, anche lui commerciante di origini napoletane ma trapiantato nella città turritana, Maria Grazia Giordo, 52 anni e Vincenza Filippa Deligios, 60 anni, entrambe casalinghe sassaresi; Michele Assante Di Cupillo, 28 anni di Napoli, Giuseppe Vatiero, 57 anni, noto "Peppe a basetta", considerato un esponente di spicco del clan Mazzarella del quartiere Mercato di Napoli, per conto del quale controllava in passato le cosiddette "Case nuove".
Secondo il sostituto procuratore Guido Pani della Dda di Cagliari, che ha coordinato le indagini, i sei sono responsabili di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso. Nell'ambito dell'attività compiuta per eseguire le ordinanze emesse dal gip di Cagliari, i militari hanno condotto perquisizioni e controlli anche su altre 16 persone, undici nel Nord Sardegna e cinque a Napoli.
Al termine del blitz è stata arrestata a Sassari un'altra persona in flagranza per detenzione di sostanze stupefacenti. I dettagli dell'operazione sono stati illustrati dal comandante provinciale dei carabinieri di Sassari, colonnello Luca Corbellotti, dal comandante del reparto operativo, maggiore Emanuele Fanara, è dal comandante del nucleo investigativo, maggiore Antonio Pinna.
Debiti, difficoltà di approvvigionamento, arresti e decessi hanno di fatto spianato la strada all'affermazione di una nuova organizzazione in grado di coprire un vuoto improvviso nella filiera dell'approvvigionamento e dello spaccio di cocaina. Intercettando una nuova domanda di cocaina, Luigi Ronghi si sarebbe messo in contatto con Vatiero attraverso comuni parentele e conoscenze.
"Peppe a basetta" all'epoca dei fatti, risalenti al 2015 e al 2016, stava cercando di riprendersi la sua fetta di affari dopo una lunga detenzione e ha accettato di rifornire il parente e la sua organizzazione a prezzi "di famiglia": 48 euro al grammo per della cocaina pura all'83%, che tagliata più volte poteva fruttare al dettaglio quattro volte tanto, per un giro d'affari che in poco tempo aveva già superato il milione e mezzo di euro. La droga veniva recapitata tramite pacchi postali a casa di Vincenza Filippa Deligios, una insospettabile che abita a pochi passi dal comando provinciale dell'Arma. A recapitarla, utilizzando ogni volta un nome diverso, era Michele Assante Di Cupillo.
Del ritiro della cocaina da casa della casalinga si occupavano Stefano Dell'Orfano e Maria Grazia Giordo, considerata la cassiera e la contabile del gruppo. Ronghi, Dell'Orfano, Giordo e Deligios sono stati trasferiti al carcere di Bancali, Assante Di Cupillo a Poggioreale. Vatiero, vittima di un attentato nell'ottobre 2016, quando due sicari gli hanno sparato al corpo e alla testa, è stato raggiunto dalla ordinanza di custodia cautelare nella sua abitazione, dove si trova in stato di invalidità.