Accusata di maltrattamenti alla figlia, assolta in appello

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'E' finito un incubo, potrò finalmente riabbracciarla'

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Era accusata di maltrattamenti alla figlia, in concorso con il marito, e per questo a luglio 2020 le era stata sospesa la potestà genitoriale, con un provvedimento del Gip di Piacenza e la bambina, che ora ha sei anni, era stata allontanata. Condannata in primo grado a due anni e quattro mesi la donna, una 31enne piacentina difesa dall'avvocato Stella Pancari, è stata invece assolta in appello.
    La Corte, presieduta dal giudice Valentina Tecilla, oltre a ribaltare la sentenza di Piacenza, ha anche disposto il trasferimento degli atti in Procura per valutare la posizione dell'ex coniuge e le sue condotte contro di lei.
    I due erano accusati di vessazioni e aggressioni reciproche di cui la bambina era spettatrice. Liti furibonde, offese che avevano fatto da cornice, secondo la sentenza di primo grado a carico dell'imputata, ai primi anni di vita della piccola, con inevitabili ricadute sulla sua serenità e la sua crescita. Un clima domestico soffocante e invivibile, insomma, alimentato da entrambi i coniugi in pari misura. L'ex marito aveva optato per il rito abbreviato ed era stato condannato a un anno e sei mesi.
    La 31enne ha scelto dibattimento e ora è arrivato la decisione in appello, dove il pg d'udienza, Simone Purgato, aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.
    "Un'assoluzione piena, accompagnata dal trasferimento degli atti in procura per indagare l'ex coniuge sulle sue condotte è stata una risposta decisiva da parte della Corte d'Appello di Bologna, che ha saputo riportare le cose al loro senso", è il commento dell'avvocato Pancari. "Finalmente dopo due anni di disperazione potrò riabbracciare mia figlia, è finito il mio incubo. La giustizia ha trionfato", ha detto la 31enne. (ANSA).
   

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