La storia degli alberi è la storia di tutti noi (anche se noi forse non la conosciamo)

Ambiente

Filippo Maria Battaglia

IL LIBRO DELLA SETTIMANA Kevin Hobbs e David West esplorano un tema rimasto troppo spesso nel cerchio ristretto degli appassionati. Aiutandosi con una buona aneddotica e con le illustrazioni di Thibaud Hérem

Hiroshima, 6 agosto 1945. Una palla di fuoco dal diametro di quindici metri e con una temperatura di più di 300mila gradi è stata appena sganciata sulla città. L'esplosione è così violenta da incendiare qualsiasi cosa attorno ai seicento metri dalla detonazione. Chi viene sorpreso nel raggio di due chilometri riporta ustioni di terzo grado. La bomba atomica rade al suolo e brucia quasi tutto. Quasi tutto, appunto, ma non sei esemplari di gingko, uno straordinario albero la cui caduta delle foglie, ogni anno, crea un effetto simile a una pioggia d'oro. Quei sei esemplari, nel pieno dell'apocalisse nucleare giapponese, ricominciano gradualmente a germogliare, trasformando quest'albero in un simbolo sacro della cultura giapponese. L'episodio è solo uno di quelli raccontati nella "Storia degli alberi" a firma di Kevin Hobbs e David West, da poco pubblicata da Ippocampo e corredata dalle splendide illustrazioni di Thibaud Hérem (a cura di P. Meda, pp. 216, euro 19,90). Il libro di Hobbs e West affronta un tema che, al netto della cerchia ristretta degli appassionati al genere, è sempre stato vissuto come settario. E per smentire i molti pregiudizi fioriti attorno al mondo delle piante e degli alberi si serve di una ricca aneddotica.

Il Noce comune

Così, per esempio, racconta la storia del Noce comune, il cui frutto è uno dei cibi più antichi e sani: 30 grammi contengono l'equivalente della dose consigliata di grassi e antiossidanti di Omega 3.  "Il primo riferimento scritto a questa pianta è attribuito alle popolazioni della Cladea, in Mesopotamia, l'odierno Iraq. Le iscrizioni su antiche tavolette d'argilla descrivono orgogliosamente le coltivazioni di noce comune nei giardini pensili di Babilionia, verso il 2000 a.C.", ma già settemila anni fa le popolazioni neolitiche lo conoscevano.

La Jacaranda

La Jacaranda è stata invece battezzata "l'albero degli esami perché fiorisce in concomitanza con la fine dell'anno universitario". A inizio primavera, l'albero regala una stroardinaria fioritura blu-viola. E' diffusissimo nella città sudafricana di Pretoria, che non a caso è stata soprannominata Jacaranda City.

Il Sicomoro

Il Sicomoro è un altro albero sacro: nell'antico Egitto, raccontano Hobbs e West, "la sua sagoma indicava la presenza di acqua dolce in luoghi a prima vista aridi, mentre i rami carichi di frutti procuravano ombra e sostentamento".

Il Cedro rosso

Il cedro rosso è invece una gigantesca conifera del Pacifico nord-occidentale, con cui si fabbricano i totem: "E' il suo uso più simbolico e singolare". Questa pianta può diventare davvero gigantesca, superando i 60 metri di altezza.

Una storia molto più ricca di quanto possiamo immaginare

La storia degli alberi raccontata da Kevin Hobbs e David West non si esaurisce evidentemente in questo. Dalla letteratura alla mitologia, dall'economia all'arte, dal cinema alla tecnologia, questo saggio ci racconta molto più di qualche cenno di botanica. Riuscendo a restituire in poco più di duecento pagine e grazie anche a una notevole veste grafica, una traccia significativa della complessità e della ricchezza di un mondo ancora oggi sostanzialmente ignoto e inesplorato al grande pubblico.

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