Giornata internazionale della montagna: cos'è e perché si celebra

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L'edizione del 2020 è dedicata alla biodiversità montana e alla necessità di tutelare un patrimonio (naturalistico e non solo) fondamentale per la salute del pianeta. Dal 2003 la ricorrenza cade ogni anno l'11 dicembre

L'11 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale della montagna. La ricorrenza è stata istituita ufficialmente a partire dal 2003 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, mentre l'evento è coordinato a livello globale dalla Fao, l'organizzazione dell'Onu per l'alimentazione e l'agricoltura. L'obiettivo della Giornata è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sullo sviluppo sostenibile delle regioni montane. L'edizione di quest'anno è dedicata alla biodiversità di un ecosistema fondamentale per la salute del pianeta.

La biodiversità al centro dell'edizione 2020

Le particolari condizioni climatiche e topografiche hanno reso le montagne l'habitat ideale per un ampio spettro di forme di vita. Le zone montane ospitano il 30% di tutte le aree chiave della biodiversità. Molte specie a rischio estinzione vivono negli habitat montani e ciò li rende un baluardo per la sopravvivenza di esemplari che potrebbero sparire dal nostro pianeta. Delle venti specie di piante che forniscono l'80% del cibo mondiale, sei hanno avuto origine e sono state diversificate in montagna: si tratta di mais, patate, orzo, sorgo, pomodori e mele. Quasi il 70% dei terreni di montagna viene utilizzato per il pascolo e contribuisce a migliorare la fertilità del suolo. Il bestiame, d'altro canto, non produce solo alimenti fondamentali come latte, burro e carne, ma anche alcuni dei filati più pregiati, come la lana cashmere.

Montagne minacciate dall'attività dell'uomo

Le montagne, che ricoprono più di un quarto della superficie terrestre, sono tanto preziose per la salute del pianeta quanto minacciate, in particolare dalle attività dell'uomo. I fattori che più di tutti mettono a rischio la salute degli habitat montani sono la deforestazione, le attività minerarie e, in generale, lo sfruttamento indiscriminato del territorio. Non va poi trascurata la minaccia che arriva dagli effetti negativi del cambiamento climatico: dallo scioglimento dei ghiacci all'arretramento del permafrost. Negli ultimi anni stanno crescendo in frequenza fenomeni estremi come inondazioni, valanghe e frane. Proprio il rischio di eventi franosi è strettamente legato all'arretramento del permafrost (dovuto principalmente al riscaldamento globale), in quanto comporta la perdita dell'azione legante del ghiaccio sulle fratture tra le rocce.

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La ricchezza degli ecosistemi montani

Le montagne forniscono sostentamento a oltre un miliardo di persone in tutto il mondo, in quanto fonte di acqua dolce, energia e cibo. Secondo la Fao, senza il 60-80% di acqua dolce delle montagne non sarebbe possibile uno sviluppo sostenibile che ha come obiettivo l'eliminazione della povertà e della fame. Alcune delle città più grandi del mondo - tra cui New York, Rio de Janeiro, Nairobi, Tokyo e Melbourne - dipendono proprio dalle acque dolci delle montagne. Questi ecosistemi sono inoltre una ricca fonte di energia rinnovabile come l'energia idroelettrica, solare e eolica. L'energia idroelettrica generata dagli habitat montani, in particolare, fornisce circa un quinto dell'elettricità di tutto il mondo. E alcuni Paesi dipendono quasi in maniera esclusiva dalle regioni di montagna per la produzione di energia idroelettrica.

Una risorsa anche per l'economia

L’indotto legato alle attività svolte nelle regioni montane riveste un'importanza cruciale per la salute e lo sviluppo delle economie locali. La maggior parte della produzione dell’agricoltura di montagna è destinata infatti al consumo familiare. Inoltre, come spiega la Fao, i mezzi di sussistenza montani tendono a essere molto diversificati: una peculiarità che si è dimostrata assai efficace per alimentare la resilienza delle attività economiche e produttive.

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