Oceano, raggiunte le 60 firme: il Trattato sull’Alto Mare entrerà in vigore nel 2026
AmbienteRaggiunte le firme necessarie per la ratifica del documento che protegge la biodiversità marina nelle acque internazionali: sarà legalmente vincolante. Decisive le firme del Marocco e della Sierra Leone, manca ancora quella dell’Italia
Il trattato che protegge le acque internazionali entrerà in vigore a gennaio del 2026 e sarà legalmente vincolante. Il cosiddetto High Seas Treaty, il Trattato sull’Alto Mare, ha raggiunto infatti le sessanta ratifiche necessarie per lo storico traguardo.
Cosa dice il trattato
Il trattato si concentra sulla protezione della biodiversità marina nelle acque internazionali. Zone che si trovano al di fuori della giurisdizione dei singoli Paesi e che costituiscono quasi due terzi dell’oceano (e circa la metà della superficie del pianeta). Il trattato fornisce un quadro giuridico per istituire aree marine protette o applicare misure di conservazione in luoghi minacciati dalla pesca eccessiva e dai rischi dell’estrazione mineraria (il cosiddetto deep sea mining).
La corsa per la ratifica, assente l’Italia
Il documento era stato approvato due anni fa dalle Nazioni Unite ma, per entrare in vigore, doveva essere ratificato da almeno sessanta Paesi. Tante firme erano arrivate nei giorni della Conferenza mondiale sugli Oceani di Nizza del giugno scorso. Ma soltanto nelle ultime ore, con la ratifica del Marocco e della Sierra Leone, si è raggiunto lo storico traguardo. Manca ancora la ratifica del nostro Paese. A giugno, interpellato da Sky TG24, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, aveva assicurato: “L’Italia ha avviato l’iter di ratifica nazionale, attualmente ancora in fase di consultazione, con l’auspicio di potere finalizzare tale percorso il prima possibile, compatibilmente con le tempistiche e le procedure determinate dalle normative nazionali in tale settore”.
Una “tappa fondamentale per le future generazioni”
Di “tappa fondamentale” parla l’Alleanza dei Piccoli Stati Insulari in Via di Sviluppo: “Il successo di questo accordo non sarà scritto solo con le parole, ha detto l’ambasciatrice Ilana Seid, Presidente dell’Alleanza. Riguarda la salute dell’oceano, l’equità della sua governance e l’eredità che lascerà alle future generazioni”. Dell’importanza del trattato aveva parlato a Sky TG24 anche Francesca Santoro, Senior programme officer della Commissione Oceanografica Intergovernativa UNESCO: “Le attività economiche in questa parte di Oceano non erano regolamentate: una serie di attività che potevano andare a disturbare gli ecosistemi preziosissimi di queste zone, senza un vero e proprio controllo. Con il Trattato per qualsiasi azione ci sarà una valutazione di impatto ambientale. Si potranno creare dele aree marine protette. Senza dimenticare che è un documento che promuove la cooperazione internazionale”.