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Cop29, serve una riforma del sistema? Polemica sui lobbisti del fossile

Ambiente

Alberto Giuffrè

©Ansa

Al vertice sul clima in corso a Baku, in Azerbaigian, proseguono i negoziati sulla finanza. Intanto, una lettera firmata da politici, scienziati ed esperti chiede all’Onu di riformare il processo. Mentre fa discutere il numero di lobbisti del fossile registrati alla conferenza

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È il negoziato che ci ha portato l’Accordo di Parigi e quindi l’ancora di salvezza contro la catastrofe climatica. Ma è anche il negoziato che, da qualche anno a questa parte, non riesce a stare più al passo con l’urgenza della crisi. A dirlo è un gruppo di scienziati, politici ed esperti con una lettera pubblicata sul sito del Club di Roma e indirizzata alle Nazioni Unite. Tra loro la rockstar degli scienziati, Johna Rockstrom e l’ex segretario generale Onu Ban Ki Moon. Le prossime Cop – dicono –  dovrebbero, devono tenersi in Paesi che offrono vero supporto all’azione, non quindi in posti come Dubai e Baku.

Un dibattito che ritorna periodicamente

Un dibattito, quello sulla riforma, che ritorna periodicamente ma che per essere tradotto in realtà richiederebbe anni di lavoro. E il tempo, nella lotta alla crisi, è quello che manca. Potrebbe servire però per mettere pressione su un negoziato come quello sulla finanza che, secondo la presidenza della Cop29, si muove a rilento.

Oltre 1.700 i lobbisti dell'industria del fossile

Intanto, le ultime ore allo stadio di Baku sono segnate da un numero: 1.773. Tanti sono quest’anno i lobbisti dell’industria del fossile, responsabile della crisi climatica, registrati alla conferenza. Una percentuale sul totale simile a quella dell’anno scorso. “È difficile che le lobby entrino in contatto con i negoziatori in questa sede”, spiega a Sky TG24 Francesco La Camera, direttore di Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili- “Non devono esserci nemici o amici. Ci deve essere la necessità di trovare compromessi e portare tutti quanti dalla nostra parte”.

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