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Il riccio europeo è a rischio, classificato come specie "quasi minacciata"

Ambiente
pexels.com - Alexas Fotos

Lo conferma la lista rossa IUCN aggiornata e presentata al vertice sulla biodiversità COP16 delle Nazioni Unite a Cali, in Colombia. Le cause sono la contrazione dell'habitat, utilizzato per l'agricoltura intensiva, e l'uomo, che li investe con l'automobile. In metà dei Paesi che ospitano il piccolo mammifero il numero si è dimezzato nel corso degli ultimi 10 anni

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Non se la passano più bene nemmeno i comuni ricci. Che di comune, presto, potrebbe rimanerci solo l'immaginario collettivo: con l’ultimo aggiornamento della Lista Rossa IUCN delle specie minacciate, infatti, il riccio europeo è stato declassato da "minima preoccupazione" a "quasi minacciato", appena prima delle specie vulnerabili. È stato infatti riscontrato un significativo calo della popolazione e le cause sarebbero legate agli investimenti stradali e all'agricoltura intensiva.

 

Il parere degli esperti

"Il riccio europeo - ha riferita all'AFP Sophie Rasmussen, ricercatrice della Wildlife Conservation Research Unit dell'Università di Oxford -, è molto vicino a essere vulnerabilè e probabilmente rientrerà in quella categoria la prossima volta che lo valuteremo".

Secondo Rasmussen i numeri dei ricci si sono dimezzati in metà dei Paesi che lo ospitano, tra cui Gran Bretagna, Norvegia, Svezia, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi, Germania e Austria. Il declino stimato è stato tra il 35 e il 40 percento delle popolazioni nell'ultimo decennio. Nei Paesi Bassi, invece, è già considerato in via di estinzione.

A causare la scomparsa dell'animaletto è principalmente l'uomo. Il meccanismo da loro adottato per difendersi dai predatori è quello di arrotolarsi a palla, proteggendosi con 8000 spine, e aspettare che il pericolo se ne vada da solo. Strategia che, se funziona bene in natura, ha invece pessimi risultati contro un'automobile in corsa. Altre minacce includono i pesticidi usati da agricoltori e giardinieri e un calo degli insetti che costituiscono gran parte della dieta del riccio, oltre che alla contrazione dei loro habitat sfruttati per l'agricoltura intensiva.

Il futuro della specie

Situazione peraltro aggravata dal fatto che i ricci vivono in genere per circa due anni (anche se ne sono stati documentati alcuni esemplari che hanno raggiunto i nove o i 12 anni) e in quel lasso di tempo solitamente danno alla luce tre o cinque piccoli alla volta. "Questo significa che molti ricci riescono a riprodursi una volta, o forse due se sono fortunati, in media prima di morire - ha continuato Rasmussen -, giusto quanto basta per mantenere la popolazione a un certo livello".

Sempre secondo la ricercatrice la lotta per salvare i ricci "si combatterà nei giardini delle persone" mentre le foreste e altre aree selvagge continuano a venire lentamente abbattute. Il suo consiglio è di costruire "autostrade per ricci": un buco delle dimensioni di un CD nella recinzione esterna per consentire agli animali di entrare dalla strada, con ciotole d'acqua e materiali per nidificare come rifiuti da giardino posizionati all'interno.