Si tratta del più precoce uragano di categoria 5 mai comparso sull’Oceano Atlantico. Si sta abbattendo con una potenza mostruosa sulle isole del Mar dei Caraibi, radendo al suolo intere città e provocando anche la morte di diverse persone. Ma quali sono le cause che hanno portato la perturbazione a manifestarsi così presto nella stagione degli uragani?
L'uragano Beryl è il più precoce uragano di categoria 5 mai comparso sull’Oceano Atlantico. Si sta abbattendo con una potenza mostruosa sulle isole del Mar dei Caraibi (dall'isola di Carriacou alla Giamaica), radendo al suolo intere città e provocando anche la morte di diverse persone. Ma perché sta succedendo ora? E quali sono le cause che hanno portato la perturbazione a manifestarsi così in anticipo?
L'evoluzione di Beryl
Come spiega anche Sky News, nessuna tempesta ha raggiunto il livello di intensità di Beryl così presto nella stagione degli uragani, che va dal 1° giugno al 30 novembre. Di solito il mese in cui si formano più tempeste tropicali e di maggiore intensità nell’Atlantico settentrionale è agosto, perché è il periodo dell’anno in cui le acque superficiali dell’oceano sono più calde. E normalmente a giugno e a luglio le temperature dell’oceano non sono sufficientemente alte da favorire uragani molto distruttivi. Ma quest'anno qualcosa è cambiato. Secondo i report dei meteorologi, Beryl è passata da essere una tempesta di categoria 1 a una di categoria 4 in meno di 10 ore: si tratta dell’intensificazione più rapida mai registrata prima di settembre. Ma non è tutto. Beryl è la prima tempesta di categoria 4 che si sia mai formata nell'Atlantico nel mese di giugno ed è stato anche il primo uragano a trasformarsi in categoria 5. Beryl si è trasformato in una tempesta tropicale nella tarda notte di venerdì. Sabato pomeriggio è poi diventato il primo uragano della stagione, di categoria 1. Domenica mattina è diventato il primo uragano di categoria 4. E lunedì notte, dopo aver devastato Carriacou, una piccola isola a Nord di Grenada, è slaito a categoria 5.
Perché Beryl è stato così precoce
È probabile che gli oceani, essendo sempre più caldi, siano all’origine della formazione insolitamente precoce e della rapida intensificazione della tempesta. L'acqua nell'Atlantico è "più calda di quanto sarebbe normalmente nel picco della stagione", ha detto a Sky News Brian McNoldy, un ricercatore dell'Università di Miami. Le temperature dell’acqua, lungo il percorso dell'uragano, sono 2-3°C più calde del normale. "È davvero sorprendente. In termini di temperatura della superficie del mare, questa è più calda di quanto non sia mai stata durante il picco della stagione", ha affermato McNoldy. Il riscaldamento globale ha contribuito a spingere le temperature nel Nord Atlantico a livelli record, ha poi aggiunto Christopher Rozoff, uno scienziato del Centro nazionale per la ricerca atmosferica degli Stati Uniti. Secondo lui, le acque più calde portano a una maggiore evaporazione, che alimenta così uragani più intensi con velocità del vento più elevate.
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Le previsioni: stagione degli uragani "superiore alla norma"
Le previsioni del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), pubblicate a maggio 2024, per quest’anno, del resto, prevedevano già un’attività degli uragani per l'85% "superiore alla norma" nel bacino atlantico. La NOAA, inoltre, ha previsto un intervallo compreso tra 17 e 25 tempeste in totale. Di queste, si prevede che da 8 a 13 diventeranno uragani. L'attività superiore alla norma, per gli esperti, sarà dovuta a una confluenza di vari fattori, tra cui anche e soprattutto le temperature oceaniche calde quasi da record nell’Oceano Atlantico. Giocherà un ruolo importante anche La Niña, l'evento atmosferico che periodicamente influenza il meteo di varie parti del mondo.
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Il trend dei grandi uragani in rapido sviluppo
Già lo scorso autunno, uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports aveva scoperto che gli uragani dell’Atlantico, tra il 2001 e il 2020, avevano il doppio delle probabilità di passare da una tempesta più debole a un uragano di categoria 3 o superiore entro 24 ore, rispetto al periodo dal 1971 al 1990. I grandi uragani in rapido sviluppo, secondo i dati, stanno quindi diventando sempre più probabili. E un uragano che si intensifica più velocemente può essere anche più pericoloso: concede meno tempo alle persone nelle aree che si prevede saranno colpite per prepararsi ed evacuare.