Cop28, Al Jaber: “Le mie parole male interpretate. Sto dalla parte della scienza”
AmbienteIl presidente della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite dopo la diffusione di un audio con posizione negazioniste convoca una conferenza stampa a sorpresa: “La riduzione e l’abbandono delle fonti fossili è inevitabile ed essenziale. C’è un tentativo di minare il mio lavoro”
“Le mie parole sono state prese fuori contesto e male interpretate. La riduzione e l’abbandono delle fonti fossili è essenziale e inevitabile”. Il giorno dopo la pubblicazione di un audio con posizioni da negazionista climatico, il presidente della Cop28 di Dubai Sultan Al Jaber (anche amministratore delegato dell’azienda petrolifera di Stato) risponde alle polemiche che lo hanno investito. Convoca a sorpresa una conferenza stampa e spiega che lui è dalla parte della scienza. Elenca i successi raggiunti fino ad ora, in particolare con la decisione storica di rendere operativo il fondo per le perdite e i danni. E si dice “stupito dai continui tentativi di minare il lavoro della sua presidenza”.
“Tornare nelle caverne”
La bufera è scoppiata nella giornata di domenica quando il Guardian e il Centre for Climate Reporting hanno pubblicato un audio di un evento privato online in cui Sultan Al Jaber dice: “Nessuna scienza dimostra che un'uscita dai combustibili fossili è necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi sopra i livelli preindustriali". Per poi aggiungere: “Dire addio al petrolio vorrebbe dire tornare al tempo delle caverne”. Alla pubblicazione del leak sono seguite proteste di società civile e scienziati con climatologi come Michael Mann arrivati a chiedere le dimissioni del presidente della Cop.
“1.5 è la stella polare”
Il più importante processo democratico per affrontare la crisi climatica, insomma, ha rischiato per diverse ore di deragliare. Per evitare questo pericolo Al Jaber si presenta davanti ai giornalisti con Jim Skea, presidente dell’Ipcc, l’organismo dell’Onu che si occupa di cambiamenti climatici. Lascia a lui la spiegazione dettagliata su cosa dice la scienza (in breve: dobbiamo dire addio a gas, petrolio e carbone per raggiungere il target). L’obiettivo di Parigi. Cioè non superare il grado e mezzo di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali. “1.5 è la mia stella polare”, dice Al Jaber. Rivendicando che la sua è stata la prima presidenza di una Cop a mettere sul tavolo della trattativa la questione del fossile. Se e come finirà anche nero su bianco nel documento finale è ancora presto per dirlo.