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Olio d’oliva, quali sono i migliori d’Italia e a che punto è la campagna olearia

Ambiente
©Ansa

Cade tre giorni prima del previsto la giornata mondiale dell’olivo, che quest’anno si tiene il 23 novembre, in coincidenza con la seduta del Consiglio dei Membri del Consiglio oleicolo internazionale. La stagione olearia italiana per il momento non regala grosse soddisfazioni, a causa soprattutto delle rese molto basse di ottobre al Centro e al Sud Italia: per il momento ci si può affidare agli oli presenti sugli scaffali dei supermercati

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Il 26 novembre è la giornata mondiale dell'olivo ma quest’anno, in via eccezionale, si festeggia il 23, in coincidenza con la seduta del Consiglio dei Membri del Consiglio oleicolo internazionale (Coi). La giornata, istituita dall’Unesco nel 2019 su proposta del Libano e della Tunisia, aveva come scopo quello di proteggere l'olivo e promuovere i valori di cui è simbolo, come pace, saggezza e armonia. Nel momento nel quale è stata resa ufficiale la giornata, l’Unesco ha invitato i governi e le istituzioni del mondo intero a riconoscere il valore dell'olivo, dell'olivicoltura per uno sviluppo economico e sociale sostenibile e il suo contributo alla lotta contro il cambiamento climatico. A fine 2020, i Paesi che aderiscono al Coi rappresentano il 70% del consumo mondiale, il 90% delle esportazioni totali e il 95% della produzione mondiale di olio di oliva e di olive da tavola.

Gli oli italiani migliori

Ma quali sono i migliori oli extravergine italiani? Secondo una classifica di Altroconsumo del 2021, tra gli oli ottimi in rapporto qualità-prezzo c’è al primo posto “Monini Bios”; seguito da “Clemente” e “Carapelli Bio”, rispettivamente in seconda e terza posizione. A seguire troviamo “Podere del Conte 100% italiano biologico”, olio venduto nei negozi Eurospin; “Carapelli il frantoio”; “Desantis 100% italiano”; “Desantis classico”; “Conad Verso Natura Bio” e “De Cecco classico”. A chiudere la top ten troviamo "Caparelli Oro Verde".

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La previsione olearia italiana

Non arrivano per il momento buoni segnali dalla stagione olearia 2023 italiana. Secondo i dati di Frantoio Italia dell’Icqrf, la giacenza di olio di oliva italiano a fine ottobre 2023 si è attestata appena sopra le 37mila tonnellate, 7 mila tonnellate in più rispetto a fine settembre. Il confronto è palesemente sbilanciato se consideriamo lo scorso anno, quando a ottobre le giacenze erano aumentate di 70 mila tonnellate, portando quanto giaceva nelle cisterne ad oltre quota 90mila. A fare la differenza finora è soprattutto la raccolta ancora minima in Puglia, dove le rese particolarmente basse di inizio-metà ottobre, causate da un ritardo nella maturazione, hanno consigliato una sospensione delle operazioni di raccolta, riprese a gran ritmo solo all’inizio di novembre dopo le piogge. Situazione migliore, se guardiamo alle percentuali delle giacenze del segmento, per quanto riguarda l’olio biologico, con uno stock cresciuto di circa 2mila tonnellate e che oggi sfiora le 9mila. A sorprendere maggiormente è, soprattutto, il balzo della produzione di Dop/Igp, con la giacenza passata dalle 2.500 tonnellate circa di fine settembre alle 6500 tonnellate di appena 30 giorni dopo. In attesa dei dati di novembre, gran parte della produzione di olio nuovo, insomma, è certificato o certificabile a denominazione di origine.

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