Allarme estinzione per gli anfibi: a rischio il 41% delle specie

Ambiente
Global amphibian assessment

Secondo uno studio pubblicato su Nature il cambiamento climatico emerge come uno dei principali fattori che impattano sulla sopravvivenza degli anfibi a livello globale

Il 41% degli anfibi è a rischio estinzione. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato su "Nature" che documenta come tra i pericoli pricipali per la loro sopravvivenza ci siano malattie e distruzione degli habitat. Ma a preoccupare è sempre di più il cambiamento climatico, che sta emergendo come una delle maggiori minacce per rane e salamandre.

 

Le salamadre sono le più a rischio

Lo studio, intitolato "Ongoing declines for the world's amphibians in the face of emerging threats", si basa sulla valutazione di 8.011 specie e ha evidenziato come gli anfibi siano la classe di vertebrati più minacciata. A determinare lo stato di salute degli esemplari è stato un team di oltre mille esperti provenienti da tutto il mondo, guidato da scienziati dall'Amphibian Specialist Group. Ne è emerso che lo stato degli anfibi si sta deteriorando a livello globale, in particolare per le salamandre, e specialmente nella regione neotropicale. Il Neotropico è una delle sette ecozone in cui è suddivisa la superficie terrestre. Comprende l'intero Sudamerica, le isole dei Caraibi, l'America centrale, il Messico meridionale e buona parte delle regioni costiere del Messico, la Florida meridionale. Tra il 1980 e il 2004 i fattori che incidevano negativamente sulla vita degli anfibi erano per il 91% le malattie e la perdita di habitat. Dal 2004, invece, a pesare per il 39% sono gli effetti dei cambiamenti climatici. 

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Caldo estremo, siccità, incendi

"Con i cambiamenti climatici e degli habitat provocati dall'uomo, gli anfibi stanno diventando prigionieri del clima, incapaci di spostarsi molto lontano per sfuggire all'aumento della frequenza e dell'intensità di caldo estremo, incendi, siccità e uragani indotti dal cambiamento climatico", ha dichiarato Jennifer Luedtke Swandby, responsabile di Re:wild per i partenariati tra le specie, coordinatrice dell'Autorità per la Lista Rossa del Gruppo di specialisti in anfibi dell'Unione internazionale per la conservazione della natura. "Il nostro studio dimostra che non possiamo continuare a sottovalutare questa minaccia. Proteggere e ripristinare le foreste è fondamentale non solo per salvaguardare la biodiversità, ma anche per affrontare i cambiamenti climatici".

L'importanza di proteggere gli habitat

È stata documentata l'estizione di quattro specie di anfibi dal 2004: il rospo arlecchino di Chiriquí (Atelopus chiriquiensis) del Costa Rica, la rana diurna dal muso appuntito (Taudactylus acutirostris) dell'Australia, il Craugastor myllomyllon e la salamandra del falso ruscello Jalpa (Pseudoeurycea exspectata), entrambi del Guatemala. Altre ventisette specie a rischio critico sono ora considerate estinte, portando il totale a più di 160 anfibi. La valutazione ha però rilevato che 120 specie hanno migliorato il loro stato di salute dal 1980: 63 specie hanno beneficiato di azioni di conservazione e la maggior parte di queste è migliorata grazie alla protezione e alla gestione dell'habitat.

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