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Allarme invasione granchio blu in Italia, dimezza produzione cozze e vongole

Ambiente

Approvato un documento comune delle Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia indirizzato al Governo affinché adotti le misure necessarie a contenere i danni all'ambiente marino e all'economia causati da questa specie

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Federagripesca lancia l'allarme per le conseguenze, sulla filiera, del proliferare del granchio blu in Italia, una specie alloctona dannosa che si ciba di molluschi e novellame. I produttori di vongole, cozze e ostriche denunciano danni di oltre il 50%, in un un'economia che muove un giro di circa 100 milioni di euro.
Nuotatore forte, vorace e veloce, questa specie distrugge molluschi e pesci negli allevamenti, tanto che sono in molti a richiedere un intervento urgente del Governo. 

Nei giorni scorsi è stato approvato un documento comune delle Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia indirizzato al governo affinché adotti le misure necessarie, e specifiche, per contenere i danni all'ambiente marino e all'economia causati dal granchio blu.

La situazione in Veneto, Emilia Romagna, Toscana

A favorire l'invasione del granchio blu concorre anche il cambiamento climatico, in particolare i fenomeni atmosferici estremi che ne conseguono. In Emilia Romagna, a Goro, con l'alluvione, l'eccesso di acqua dolce che si è riversato in laguna ha tenuto a bada la proliferazione delle alghe ma non quella del granchio blu, diventato molto aggressivo con un aumento del 2000%.

In Veneto, nella Sacca degli Scardovari, dove si alleva la cozza di Scardovari Dop, invece si combatte sia contro alghe che contro granchi blu. Una situazione che si ritrova anche in Toscana, nella laguna di Orbetello, dove il granchio blu minaccia la produzione di spigole.

L'appello

"Chiediamo misure urgenti per arginare questa specie aliena originaria dell'Atlantico che non conosce predatori in natura, se non l'uomo, e che minaccia l'ecosistema e rischia di mettere in ginocchio le filiere dei molluschi bivalvi", fa sapere il vice presidente Fedagripesca-Confcooperative Paolo Tiozzo. "Occorre evitare che la situazione diventi ingestibile e che una volta finite cozze, vongole e ostriche, il granchio blu prenda di mira altre specie, andando ad infettare anche altre coste italiane".

Le ipotesi

Tra le possibili soluzioni c'è quella di creare una filiera del granchio blu, le cui carni sono molto apprezzate, ma che arginerebbe solo parzialmente il problema; il mercato cerca solo gli esemplari più grandi, mentre i più piccoli, che sono tanti, i pescatori non riescono a venderli. Un'altra strada che si sta percorrendo è di utilizzare i granchi come esche per pescare, comunque secondo gli operatori non risolutiva.

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©Ansa