In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Usa, dopo l'aborto arriva la stretta della Corte Suprema Usa sull'Agenzia per l'Ambiente

Ambiente

Il più alto organo degli Usa ha emesso una sentenza che limita il potere dell'Epa, l'agenzia per la protezione ambientale, impedendole di regolamentare le emissioni di CO2 delle centrali elettriche. Il fronte repubblicano esulta, la Casa Bianca protesta: "Decisione devastante".

Condividi:

Pochi giorni dopo la controversa sentenza sull’aborto negli Stati Uniti che ha ribaltato la Roe vs Wade, arriva un’altra stretta della Corte Suprema americana, questa volta in tema di ambiente: in particolare ha deciso di limitare il potere dell’EPA nel regolamentare le emissioni inquinanti a livello federale. Nell’ultima sentenza prima della chiusura estiva, il più alto organo giudiziario degli Usa ha imposto un limite decisivo all’Epa, l’Environmental Protection Agency, l’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente. Il 30 giugno il massimo tribunale degli Stati Uniti ha infatti stabilito che l’Epa, istituita nel 1970 dall’allora presidente Richard Nixon alla Casa Bianca e diventata uno strumento per applicare una corretta politica per tutelare l’ambiente, non ha più il potere di intervenire per combattere l’inquinamento dell’atmosfera, quindi di regolamentare le emissioni inquinanti a livello federale.
Con la maggioranza di sei a tre, i giudici hanno stabilito che l’Epa non può fissare i limiti sulle emissioni dalle centrali elettriche a carbone. Una novità decisiva considerando che producono il 20% di tutta l'elettricità degli Stati Uniti. Secondo il presidente della Corte, John Roberts «il Congresso non ha mai delegato all’Epa il potere di fissare la quantità ammissibile di emissioni generate dai fossili».

Il fronte repubblicano esulta, per Biden "una decisione devastante"

A esultare il fronte dei repubblicani e della lobby del carbone con il governatore del Texas, Gregg Abbott che ha parlato della decisione della Corte come «una vittoria contro un'amministrazione fuori controllo» e «una grande successo per gli americani preoccupati dei costi energetici alle stelle». Dal canto suo, il presidente Joe Biden da Madrid ha risposto duramente alla decisione, annunciando che farà «tutto ciò che è in suo potere» per ridare all’Agenzia la funzione appena negata dalla Corte. Per la Casa Bianca la decisione è “devastante” e “farà arretrare il Paese”. La decisione della Corte rappresenterà infatti un importante limite per le politiche ambientali annunciate dall’amministrazione di Biden, che all’inizio del suo aveva annunciato di voler ridurre entro il 2030 almeno del 50 per cento le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005.
Per il ministro della Salute Xavier Becerra, la mancata regolamentazione delle emissioni dalla centrali rischia di provocare «un disastro per la sanità pubblica». La Speaker della Camera Nancy Pelosi ha accusato i giudici di essere «pro-inquinamento» e «scagnozzi dei repubblicani». Anche l'Onu ha commentato duramente la sentenza, definendola «una battuta d'arresto nella nostra lotta contro il cambiamento climatico».