Riforestazione marina, al via il progetto Posidonia

Ambiente

Il progetto Posidonia di Worldrise Onlus vuole sensibilizzare sull’importanza dell'ecosistema marino, proteggere la biodiversità e combattere la crisi climatica, anche attraverso l'educazione all'ambiente nelle scuole.

Worldrise, onlus attiva per la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente marino, lancia il progetto Posidonia, in collaborazione con zeroCO2, startup italo-guatemalteca che sviluppa progetti di riforestazione ad alto impatto sociale in diverse regioni del mondo. Il progetto, che parte ufficialmente il 21 marzo in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, prende il nome di Posidonia, come la pianta marina, e rappresenta la prima attività di riforestazione marina che avrà luogo a Golfo Aranci,  nel nord-est della Sardegna. Lo scopo del progetto è molteplice: ripristinare un'area di 100 mq di Foresta Blu con la messa a dimora di 2500 piante posidoniacee; creare consapevolezza sull'importanza della salvaguardia di questo ecosistema marino attraverso l’educazione ambientale nelle scuole locali e un percorso di monitoraggio per misurare l’impatto positivo generato per il sequestro della co2 e il ripristino della biodiversità.

 

 

Perché la Posidonia?

La Posidonia oceanica è una pianta marina a tutti gli effetti, con radici, foglie, fiori e semi, che si trova solo nel Mar Mediterraneo e rappresenta uno dei luoghi più ricchi di biodiversità: un ettaro di Posidonia può infatti ospitare fino a 350 specie diverse. Ma non solo, l’importanza di questa pianta risiede anche nella sua capacità di produrre ossigeno e assorbire anidride carbonica, tramite il processo di fotosintesi clorofilliana: 1 m2 di prateria di Posidonia oceanica può generare fino a 20 litri di ossigeno al giorno e immagazzinare in media circa 65 g di carbonio all’anno, contribuendo a contrastare l'effetto serra. Oltre ad essere un vero e proprio hotspot di biodiversità e un alleato chiave nella lotta al cambiamento climatico, le praterie di Posidonia stabilizzano e preservano il fondo marino e mitigano i fenomeni di erosione costiera, fungendo da vere e proprie barriere che attenuano l’energia dell’impatto delle onde sui litorali. Oggi, però, le praterie di poseidonia oceanica sono in forte regressione in tutto il bacino del Mediterraneo, come conseguenza dei cambiamenti climatici e, in generale, delle diverse e crescenti attività umane, legate a fenomeni di inquinamento, pesca a strascico, costruzione o ampliamento di porti e ancoraggio indiscriminato delle imbarcazioni. Come ha spiegato la Presidente di Worldrise, Mariasole Bianco “Essere ‘Nature Positive’ è la chiave del nostro futuro: dobbiamo andare oltre la protezione e l’uso sostenibile e iniziare a parlare di rigenerazione in linea con quanto previsto dalle Nazioni Unite per il decennio dedicato al ripristino degli  ecosistemi”.

 

 

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Le prime fasi del progetto

Dal 21 al 25 marzo 2022, Worldrise svilupperà una serie di attività e appuntamenti divulgativi che coinvolgono i futuri custodi del patrimonio naturalistico del Mediterraneo, in collaborazione con l’oceanografo Philippe Cousteau Jr., nipote del noto esploratore Jacques Cousteau e fondatore di EarthEcho International, organizzazione ambientalista no profit sviluppata per sostenere la nuova generazione attiva per la protezione dell’oceano. Il 24 marzo, a Golfo Aranci, gli studenti coinvolti nel nostro progetto di educazione ambientale sulla Posidonia impareranno a monitorare la qualità dell'acqua e il suo legame con le piante marine, partecipando alla "Water Challenge" di EarthEcho e incontreranno e intervisteranno Philippe Cousteau Jr. La fase della messa a dimora delle piante di Posidonia, che avrà poi luogo a maggio 2022 periodo ideale per questa operazione che sarà gestita dal Dott. Stefano Accunto dell’I.S.S.D. (International School for Scientific Diving) e implementata con materiali sostenibili e biodegradabili. Il progetto è patrocinato dalla Regione Autonoma della Sardegna e dal Comune di Golfo Aranci e speriamo venga adottato da tutta la comunità perché proteggere il mare vuol dire proteggere il nostro futuro.

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