Isola del Giglio, l'abbattimento dei mufloni "alieni" va avanti nonostante le petizioni

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È partita l’operazione per eliminare gli esemplari presenti sull’isola, considerati invasivi e dannosi per coltivazioni e biodiversità. Negli scorsi giorni era stata lanciata una petizione per fermare il progetto, finanziato dall’Ue con 1,6 milioni di euro. “Fermare mattanza di un animale in via di estinzione” è l’appello dei Verdi e della Lav, che chiedono l’intervento del Ministero della Transizione Ecologica

Petizioni e proteste non hanno fermato l’abbattimento dei mufloni che è partito ieri, lunedì 22 novembre, sull’Isola del Giglio. Operazione che viene rivendicata sia dal sindaco del comune toscano, Sergio Ortelli, sia dal presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri. Si tratterebbe, dice il primo cittadino dell’isola a LaPresse, di non più di “20-30 animali al massimo”, esemplari che “fanno danni, grossomodo come i cinghiali, alle coltivazioni”. Non solo: Ortelli legittima l’eliminazione dei mufloni perché “non sono una specie autoctona. Furono portati qua negli anni Sessanta da un farmacista di Pisa che li allevava, per rivenderli, in un podere privato. Dieci anni fa, a seguito dell’abbandono del podere, i mufloni, forzando le staccionate, sono scappati”. L’abbattimento è parte del progetto Life LetsGo Giglio, sostenuto dall’Unione europea con 1,6 milioni di euro, che ha l’obiettivo di migliorare la biodiversità sull’isola. Continuano però a dirsi contrarie all’operazione diverse voci, dalle associazioni ambientaliste a esponenti della politica.

La petizione

Associazione Terranomala e Lega Abolizione Caccia negli scorsi giorni avevano lanciato una petizione, ormai chiusa, per chiedere di bloccare l’abbattimento. Sul sito Change.org, dove era possibile raccogliere le firme digitali per la causa, i sostenitori erano arrivati a 2.746. Secondo i promotori, l’operazione non è giustificabile: il numero dei mufloni è esiguo e quindi “sarebbe meglio optare per altri sistemi meno cruenti”, tenendo presente che “anche se non autoctoni, essendosi ambientati ormai da tempo, non rappresentano una minaccia per l’isola”.

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Gli appelli: “Si metta fine a questa mattanza”

L’eurodeputata dei verdi Eleonora Evi ha parlato di una scelta “inaccettabile”: i soldi dei cittadini europei, ha scritto in una nota, “vengono spesi per fare un regalo ad alcuni cacciatori, senza aver reso pubblico alcuno studio specifico che dimostri la pericolosità di questi esemplari per l'equilibrio ecologico dell'Isola o aver debitamente valutato soluzioni alternative non cruente, come sterilizzazione o trasferimento. Mi unisco all'appello dei cittadini del Giglio e delle associazioni animaliste affinché si metta subito fine a questa mattanza”. Anche la Lav – Lega Anti Vivisezione – aveva chiesto di fermare l’abbattimento, appellandosi insieme ai Verdi al Ministero della Transizione Ecologica, a cui chiedevano “una puntuale attività di verifica sui contenuti del progetto e sulle modalità di esecuzione dello stesso. Non è accettabile che decine di animali vengano massacrati, e con il denaro dei cittadini". Secondo la Lav, inoltre, il rischio è anche quello di mettere a repentaglio la conservazione di una specie “di indubbia importanza biologica, oltre che storica”.

Presidente Parco Arcipelago Toscano: “Critiche negazioniste”

Non è d’accordo il presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri, che sottolinea come il muflone sia “una delle 59 specie cacciabili, non in via di estinzione e non protetta, e soprattutto una specie aliena e invasiva che crea danni alla biodiversità e che nel mondo è responsabile dell'estinzione di almeno tre tipi di piante”. Sammuri ha ricordato che "la Regione Toscana ha redatto un piano di abbattimento per il muflone che in quest'annata ne prevede 434, in attività venatoria”. “Dispiace che a fronte di questo grande sforzo - conclude -, fatto anche per venire incontro alla sensibilità degli animalisti, ci siano tutte queste critiche nei nostri confronti, anche di stampo negazionista dicendo che il muflone è stato portato al Giglio perché in via di estinzione, quando invece è specie aliena e invasiva".

SOUTH AFRICA - 2019/12/04: African penguins (Spheniscus demersus) on the beach at Boulder Beach, Simons Town near Cape Town, South Africa. (Photo by Wolfgang Kaehler/LightRocket via Getty Images)

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