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Climate Crisis, Luisa Neubauer, "La mia vita da leader di Fridays For Future Germania"

Ambiente

Chiara Piotto

In un'intervista a Sky TG24 l'attivista per il clima tedesca racconta come è strutturato il movimento, che ha un ruolo di primo piano nella scena politica del Paese

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La parola 'leader', in realtà, non la sottoscrive. Nell'intervista che Luisa Neubauer ha rilasciato a Sky TG24, un venerdì in cui i Fridays For Future scendevano in piazza in una Germania in lockdown, ha raccontato di come convive con l'etichetta di 'leader' del movimento. "So che i media mi ritraggono così, ma siamo un gruppo composto da tante persone che svolgono ruoli diversi. Se parlo spesso in pubblico è perché so farlo meglio di altri, migliori di me ad esempio nell'organizzazione. Tutti i ruoli sono utili e si compensano", dice (IL NOSTRO SPECIALE CLIMATE CRISIS).

Luisa, 'volto' dei FFF Germania

Chiamiamola 'volto', allora: Luisa è il volto di FFF Germany. Nata il 21 aprile 1996 ad Amburgo, cresciuta in una famiglia di attivisti contro il nucleare (la nonna) e imprenditori del tabacco (il marito della nonna), ha iniziato a militare contro il cambiamento climatico giovanissima, e a 18 anni si è iscritta al partito dei Verdi. Oggi è un'attivista a tempo pieno: le sue giornate sono scandite da migliaia di mail e messaggi a cui rispondono i suoi "addetti stampa", decine di call organizzative, podcast, articoli, un libro. Dal 2019 è stata spesso definita "la Greta Thunberg tedesca", anche se Luisa ribadisce l'indipendenza del movimento in Germania, che parallelamente agli obiettivi comuni europei e globali ha le proprie priorità a cui guardare. Come le elezioni di settembre 2021 che vedranno il tramonto di Angela Merkel.

Neubauer: "Siamo una potenza nella politica tedesca"

E i Fridays For Future in quella occasione - prima volta di una candidata Verde alla Cancelleria, Annalena Baerbock - avranno un ruolo di primo piano: "Siamo una potenza nello spettro politico tedesco, incontriamo i ministri praticamente ogni settimana", dice Neubauer. Che ci spiega a grandi linee come è strutturato il movimento: "I gruppi locali sono tra i 200 e i 500, ciascuno organizza manifestazioni e azioni sul proprio territorio. Noi cerchiamo di coordinare al meglio, accogliendo le diverse posizioni". E' chiaro infatti che anche il movimento debba seguire delle gerarchie interne e che, a un certo punto, qualcuno debba fare delle scelte centralizzate: "Proviamo a essere democratici nelle decisioni, il più possibile", dice Neubauer.

Il rapporto tra Fridays For Future e politica

Quando le chiediamo la differenza tra loro e un partito 'tradizionale', la risposta è stupita: "Noi non abbiamo nulla da offrire, non siamo in Parlamento. Vogliamo che gli attivisti condividano i nostri valori e obiettivi per la lotta contro il cambiamento climatico in famiglia, tra gli amici, nelle aziende in cui lavorano o nelle associazioni di cui fanno parte. E' questione anche di atteggiamento, da diffondere, quello che dice che con il giusto impegno possiamo raggiungere obiettivi ambiziosi". Dal Parlamento, però, è inevitabile pensare che qualcuno dei giovani attivisti di Fridays For Future già in vista passerà un giorno: "Certo, alcuni li posso già immaginare in politica o a ricoprire ruoli di vertice", commenta Neubauer, "ma non possiamo aspettare che accada per far cambiare le cose. Gli attivisti sono molto giovani, e noi non abbiamo tempo da perdere. Ci vuole un cambiamento serio e rigoroso oggi, interno alla politica attuale". 

L'importanza dei social network

C'è un lato concreto di questo attivismo che ha reso famosi i Fridays For Future in tutto il mondo: gli scioperi, le manifestazioni in piazza del venerdì. Un aspetto che continua ancora oggi, pur se limitato dalle restrizioni anti-contagio. E' sui social, però, che il Movimento costruisce la propria identità: "In un certo senso ci appartengono, perché a differenza dei media tradizionali che indicano domande e scalette editoriali, lì possiamo raccontarci senza limitazioni", dice Neubauer. Ed è a quello che si rivolge il suo sguardo al termine dell'intervista: al cellulare, filo diretto di comunicazione con la generazione di attivisti per il clima del presente e del futuro.