Da aprile a giugno la speciale campagna condotta da Snpa e Capitanerie di porto – Guardia Costiera. Il Ministro Costa: "I nostri mari sono più limpidi, impegnarsi per mantenerli così"
Il lockdown che ha fatto soffrire le persone e messo in crisi l’economia ha fatto bene alla Natura. L’impressione che tutti avevamo avuto respirando aria più pulita e nuotando in un mare più cristallino è confermata dai primi dati scientifici resi noti dopo il monitoraggio straordinario effettuato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto su richiesta del Ministero dell’Ambiente.
Osservate 457 diverse stazioni di prelievo
Da aprile ai primi di giugno gli effetti dello stop alle attività sulle acque italiane sono stati tenuti sotto osservazione in 457 diverse stazioni di prelievo lungo tutto l’arco costiero nazionale. Dall’analisi della presenza in mare di metalli, fitofarmaci, solventi e altre sostanze chimiche legate alle attività produttive e riversate in mare è emerso come azoto e fosforo - una delle cause di alterazione delle acque marine costiere - siano presenti in quantità ben minori rispetto agli precedenti.
Nel Ponente ligure 5 metri di visibilità in più
Elemento comune a diverse regioni è la particolare trasparenza del mare, con valori superiori alle medie stagionali. In alcuni tratti del ponente ligure la visibilità della colonna d’acqua arriva fino a 15 metri di profondità, quando normalmente raggiungeva i 10 m. Aumentata la trasparenza anche in diverse località del Lazio. Ad influire su questo fenomeno non è solo l’assenza delle attività umane: la scarsità delle piogge e particolari fattori meteo-climatici hanno portato in mare una quantità minore di solidi sospesi. Arpa Emilia Romagna ha effettuato studi sui materiali sospesi in mare utilizzando il sistema di osservazione satellitare Copernicus e grazie al Sentinel-3 è stato possibile osservare dall’alto (per poi verificare in situ) la diminuzione delle particelle presenti in acqua rispetto agli anni precedenti, specialmente alla foce del Po. Specifiche indagini alle foci dei due principali fiumi italiani, Po ed Adige, sono state condotte da Arpa Veneto, Ispra e Capitaneria di Porto di Venezia.
Costa: "Confermato ciò che già vedevamo"
"Lo scopo di questa indagine straordinaria – spiega il ministro dell’ambiente Sergio Costa – era proprio quello di conoscere lo stato di salute dei nostri mari a ridosso del lockdown per avere evidenza scientifica di quello che già i nostri occhi potevano verificare, ovvero mari più limpido e un ambiente più pulito. Oggi questi dati ci danno conferma di tutto questo. Il nostro impegno ora è fare sì che questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green”. “Al lavoro di monitoraggio che il Sistema Snpa garantisce da anni lungo tutto l’arco costiero per assicurare la balneabilità delle acque, quest’anno, su input del ministero e con la collaborazione delle Direzioni marittime, abbiamo condotto la campagna straordinaria per indagare gli effetti del lockdown – ha dichiarato Stefano Laporta, presidente Ispra ed Snpa - Uno studio che ci ha visti impegnati anche nel monitoraggio dell'aria, del suolo, dei rifiuti e su molti altri fronti legati alla salute dell’ambiente e dell’uomo. Impegno profuso da una rete di oltre 10 mila esperti su tutto il territorio nazionale".
Una collaborazione consolidata
"La campagna straordinaria di monitoraggio ambientale, svolta su indicazione del Ministro dell'Ambiente - ha dichiarato il Comandante Generale delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Giovanni Pettorino - ha permesso non solo di fotografare lo stato dei nostri mari, ma di consolidare la collaborazione tra Corpo delle Capitanerie di porto e il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ISPRA e Arpa). Una sinergia operativa su tutto il territorio nazionale che permetterà di operare in futuro in maniera ancor più efficace per proteggere e tutelare l’ambiente marino e costiero".