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Due capodogli morti a causa delle reti da pesca al largo di Palmarola

Ambiente

A segnalarlo alla Guardia Costiera di Ponza è stata l’associazione Marevivo. Gli esemplari sono stati rinvenuti a quasi 13 chilometri dalla costa della località, semisommersi e ancora impigliati nella rete

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Due capodogli sono stati trovati morti al largo dell’isola di Palmarola, nell’arcipelago di Ponza, a causa di una rete da pesca. (VIDEO) A segnalare alla Guardia Costiera la presenza dei due esemplari, madre e figlio, è stata l’associazione Marevivo. Si tratta di altro caso di decesso dopo il cucciolo femmina di capodoglio morto sulla spiaggia di Ostia e la tartaruga marina spiaggiata a Focene nei giorni scorsi.

La ricostruzione

I due esemplari di capodoglio sono stati ritrovati a quasi 13 chilometri dalle coste dell’Isola di Palmarola dalla squadra guidata dal comandante Fabio Odorico. Dai rilevamenti è stato possibile quantificare la lunghezza, ma non il peso dei cetacei a causa dell’avanzato stato di decomposizione: della coda della madre è rimasto solo l’osso. I due erano semisommersi e alla deriva. L’ipotesi della Guardia Costiera è che la mamma sia morta nel tentativo di liberare il suo piccolo dalla rete, finendo con l’impigliarsi anche lei. La rete da pesca, lunga circa 2 metri, infatti, era strappata ed in parte impigliata nella bocca della madre. Il figlio, invece, era completamente aggrovigliato nel secco.

Una perdita per l'ecosistema

Il capodoglio è il più grande dei mammiferi marini dotati di denti. Può raggiungere una lunghezza fino a 18 metri e si nutre prevalentemente di calamari. Può restare immerso più di due ore e raggiungere la profondità di quattromila metri. Vive in gruppo, ma sono stati avvistati anche esemplari isolati nel Mediterraneo. La gestazione dura 15-16 mesi, mentre l’allattamento dura diversi anni. Questa specie è protetta dalla Convenzione di Barcellona e dall’Accordo di Monaco sui cetacei. La morte di due giganti del mare – ha detto la presidente di Marevivo Rosalba Giugni - è già di per sé una perdita per il nostro patrimonio ecosistemico, ma sapere che questi cetacei sono morti a causa dell’uomo e in circostanze tanto strazianti rende l’accaduto ancora più grave. Non dobbiamo cambiare solo i nostri comportamenti, ma il nostro sistema di valori per capire e sentire davvero che il male che facciamo all’ambiente, lo facciamo a noi stessi".