Nell'edizione 2018 del Rapporto "Qualità dell'Ambiente Urbano" si denuncia un costo complessivo di centinaia di milioni di euro. Percentuale più alta di consumo del suolo a Napoli e Milano, maglia nera a Roma per voragini. PM10 giornaliero superato in 19 città nel 2017
I Comuni italiani "perdono ancora terreno consumando complessivamente tra il 2016 e il 2017 circa 650 ettari di territorio. Il costo complessivo, in termini di perdita dei principali servizi ecosistemici (dal 2012 al 2017) è valutato tra i 215 e i 270 milioni di euro". Mentre se si considerano le città metropolitane, la perdita ammonta tra i 348 e i 443 milioni di euro. Lo rileva l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nell'edizione 2018 del Rapporto Ispra-Snpa "Qualità dell'Ambiente Urbano", presentato questa mattina al Senato. Il Rapporto prende in esame 120 Comuni e 14 aree metropolitane (LO SPECIALE DISSESTO DOLOSO). Preoccupa anche l'inquinamento, anche se il trend è in diminuzione: registrate polveri sottili PM10 oltre il limite legale giornaliero in 19 città, con Brescia capofila con 87 giorni.
Napoli e Milano percentuale più alta di consumo
A livello di Città metropolitane, nel 2017 Napoli e Milano presentano la percentuale più alta di consumo del suolo, 34,2% e 32,3% rispettivamente, mentre Palermo la percentuale più bassa con 5,9%. A Torino, Bari e Napoli si rileva un contributo più significativo, della perdita di suolo, nei Comuni metropolitani rispetto al capoluogo.
Maglia nera a Roma per le voragini
In tema suolo, il rapporto mette in evidenza fenomeni di sprofondamento in particolare a Roma dove solo negli ultimi 10 mesi del 2018 si registrano ben 136 voragini. Non solo: "Il comune di Roma da solo, tra il 2016 e il 2017, ha perso un valore tra i 25 e i 30 milioni di euro in termini di perdita dei principali servizi ecosistemici". Complessivamente, dal 1960 ad agosto 2018, nei 120 Comuni presi in esame si contano 2.777 "sinkholes", cioè voragini, di cui, oltre a quelli della capitale, 562 a Napoli, 150 a Cagliari, 72 casi a Palermo. Tendenzialmente sono le città del Centrosud Italia quelle maggiormente interessate dal fenomeno che risulta contenuto, invece, nel Nord Italia, dove però si registra un aumento dei casi.
Polveri sottili PM10 oltre il limite in 19 città, trend in diminuzione
Il rapporto denuncia anche il problema inquinamento: sono state registrate polveri sottili PM10 oltre il limite di legge giornaliero in 19 città italiane, secondo i dati preliminari aggiornati al 10 dicembre 2018, con Brescia capofila dei superamenti (87 giorni), seguita da Torino e Lodi con 69 e Viterbo che, almeno finora, non ha mai oltrepassato il limite. Ma il trend delle concentrazioni di polveri sottili PM10, PM2,5 e biossido di azoto (NO2) è comunque in diminuzione. Il rapporto evidenzia una significativa tendenza alla riduzione dei livelli di emissione di PM10 primario, quello direttamente emesso dal riscaldamento domestico e dai trasporti, ma anche dalle industrie e da alcuni fenomeni naturali, che si riduce del 19% in 10 anni (2005 al 2015). Nel 2017 il valore limite annuale per il biossido di azoto (NO2) è stato superato in almeno una delle stazioni di monitoraggio di 25 aree urbane, si sono poi registrati più di 25 giorni di superamento dell'obiettivo a lungo termine per l'ozono in 66 aree urbane su 91 per le quali erano disponibili dati e il superamento del valore limite annuale per il PM2,5 (25 g/m) in 13 aree urbane su 84.