Da Juliette Binoche a Delon, appello ai governi per salvare pianeta
AmbienteA pochi giorni dalle dimissioni del ministro dell'ambiente Nicolas Hulot, l'attrice francese e l'astrofisico Aurélien Barrau hanno promosso l'iniziativa alla quale hanno aderito oltre 200 personalità internazionali
Dopo le dimissioni del ministro dell'Ambiente francese Nicolas Hulot, diverse personalità della scienza, dello spettacolo e del giornalismo, sia francesi che internazionali, hanno risposto all'appello dell'attrice Juliette Binoche e dell'astrofisico Aurélien Barrau per un'azione politica "ferma e immediata" contro il cambiamento climatico.
I personaggi che hanno aderito
"La più grande sfida della storia dell'umanità", si intitola così l'articolo di "Le Monde" che riporta l'elenco dei personaggi che hanno aderito alla campagna. Dai registi Pedro Almodóvar, David Cronenberg e Marjane Satrapi ai cantanti Patti Smith e Charles Aznavour, dall'artista Anish Kapoor allo scrittore Emmanuel Carrère. Ci sono anche volti noti italiani: il fisico Carlo Rovelli, e le attrici Isabella Rossellini e Valeria Bruni Tedeschi. Tante le star di Hollywood: Isabelle Adjani, Laetitia Casta, Bradley Cooper, Willem Dafoe, Alain Delon, Catherine Deneuve, Ethan Hawke, Isabelle Huppert, Jude Law, Sophie Marceau, Charlotte Rampling e John Turturro.
Dichiarazione programmatica
La richiesta di intervento si rivolge al mondo della politica, chiamata a fronteggiare il "cataclisma planetario rappresentato da riscaldamento globale, diminuzione drastica degli spazi di vita, collasso della biodiversità, inquinamento profondo dei suoli, dell'acqua e dell'aria, deforestazione". Lo scenario è apocalittico: "Al ritmo attuale entro qualche decennio, non resterà più nulla. La sesta estinzione di massa si svolge a una velocità senza precedenti ma non è troppo tardi per evitare il peggio". Secondo i firmatari, qualsiasi azione politica che non metta al centro la lotta contro questo "cataclisma, annunciato e assunto, non sarà più credibile", così come non lo sarà un governo che non si ponga come obiettivo principale la "questione della sopravvivenza" che "non può più essere considerata come secondaria". Una battaglia che dovrà essere condotta anche a costo di "scelte impopolari". "Molte altre lotte sono legittime, ma se si perde questa, nessun'altra potrà essere portata avanti", l'appello del documento.