Il cibo del futuro? Potrebbe arrivare dagli oceani

Ambiente
Le alghe, come alcuni erbivori marini, sono ricche di antiossidanti e antinfiammatori e contengono anche sostanze afrodisiache (Getty Images)
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Secondo un rapporto della Commissione europea è necessario sfruttare meglio le risorse che arrivano dal mare. Come? Cominciando a mangiare maggiormente erbivori marini, come il pesce coniglio e il pesce pappagallo, e le alghe che sono ricchissime di proteine

Aumentare la quantità di cibo sostenibile proveniente dagli oceani in modo tale da non privare le future generazioni dei loro benefici. È questo l’obiettivo del documento, dal titolo 'Food from the Oceans', messo a punto per la Commissione Europea da un gruppo di biologi marini delle Accademie delle Scienze dei paesi membri, che sarà alla base della pianificazione delle future priorità politiche dell'Ue in tema di risorse. Tra gli obiettivi anche la riorganizzazione del consumo delle specie marine perché, come spiega Roberto Danovaro, uno dei ricercatori che ha preso parte allo studio, bisognerà imparare a mangiare anche gli erbivori "perché non è più sostenibile per l'ambiente nutrirsi di pesci che mangiano altri pesci". 

Afrodisiaci e antiossidanti

Tra gli erbivori marini commestibili, come ha spiegato all’Ansa Danovaro, che insegna all’università Politecnica delle Marche ed è presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, ci sono il pesce coniglio, il pesce pappagallo e le oloturie, cioè i cetrioli di mare. Specie marine che, insieme alle alghe, hanno un alto valore nutrizionale perché "sono ricche di antiossidanti e antinfiammatori e contengono anche sostanze afrodisiache".

Risorse non utilizzate al meglio

Il rapporto, secondo Danovaro, mostra come ottenere più cibo dal mare in maniera sostenibile, riuscendo a sfruttare al meglio alcune risorse degli oceani che finora non vengono prese in considerazione o non vengono utilizzate abbastanza. Un nuovo paradigma che, per il ricercatore, diventa necessario per far fronte a una domanda sempre maggiore di cibo: "dobbiamo trovare nuovi modi per nutrire una popolazione globale in rapida crescita, che, secondo le stime, passerà dagli attuali 7 miliardi di persone a circa 10 miliardi entro il 2050". Per riuscirci sarà necessario affrontare una duplice sfida perché, ha concluso Danovaro, "queste nuove strategie dovranno essere corrette sia qualitativamente, sia nel modo in cui utilizzeranno le risorse del pianeta, cioè senza eroderle". A tal proposito sarà fondamentale anche l’implementazione di una politica marittima integrata dell'Ue che vada verso una pesca sempre più sostenibile. 

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