Santuario dei cetacei: da un progetto europeo le mappe per proteggerlo
AmbienteEcopotential, attraverso l'analisi degli ecosistemi e delle attività umane, ha identificato le zone più a rischio per delfini e balene in questa area protetta del Mediterraneo. La mappatura è stata realizzata tramite le immagini satellitari e il whale watching
Il monitoraggio
Ricercatori dell’Università di Brest, della Commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco e dell’organizzazione no-profit Tethys Research Institute, che fanno parte di Ecopotential, combinano immagini satellitari e osservazioni dirette del mare con dati “sociali”, ovvero lavorando a stretto contatto con gli operatori coinvolti nel whale watching (l'osservazione delle balene). L’obiettivo è stabilire e monitorare le aree del Santuario dei cetacei dove l'attività è più intensa e dove l’uomo beneficia di più della presenza dei mammiferi marini. Un approccio misto tra osservazioni in tempo reale e previsioni statistiche determina la distribuzione dei cetacei nell’area. Il progetto Ecopotential utilizza immagini satellitari ad alta definizione per individuare la posizione dei mammiferi marini. A queste si accompagnano i dati raccolti da ricercatori e Ong da barche e mezzi aerei.
Il Santuario Pelagos dei cetacei (foto da Wikimedia Commons dell’utente Esculapio, licenza CC-BY SA 3.0)
Le previsioni statistiche
Poiché le rilevazioni sono molto costose in termini di tempo e denaro, a queste si accompagna un modello di previsioni statistiche per cercare di prevedere il più accuratamente possibile le posizioni in cui sono presenti delfini e balene. Il modello identifica le zone più favorevoli per l’alimentazione e la riproduzione dei mammiferi marini utilizzando parametri come ad esempio la quantità di nutrienti, la temperatura e la salinità dell’acqua.
L'osservazione dell’attività umana
Il passaggio successivo del progetto Ecopotential è la valutazione dell’interazione delle attività umane con l’ambiente marino. Per fare questo e per determinare l’impatto sui cetacei vengono sfruttate le conoscenze sulle rotte marittime e le attività di whale watching. Quest’ultima ha ormai un lungo passato nel Santuario Pelagos dei cetacei, e contempla sia attività turistiche che scientifiche di ricerca. L’attività turistica però potrebbe potenzialmente avere un impatto negativo su delfini e balene.
Una mappa dell’intensità del traffico marittimo nella zona del Santuario dei cetacei (foto @GRID-Arendal)
Il progetto sfrutta anche il lavoro di gruppo tra organizzazioni di whale watching, ricercatori e professionisti attivi in Francia, Italia e Monaco, che hanno mappato le zone dove è più intensa la presenza di cetacei e le hanno messe in relazione ai luoghi dove l’attività umana è più presente.
I risultati della mappatura
Tutto il materiale raccolto viene sintetizzato in diverse mappe che riescono a presentare i risultati della ricerca in modo più divulgativo. Le mappe del progetto Ecopotential cercano di mettere in evidenza l’importanza ambivalente delle aree del Santuario Pelagos, che hanno effetti benefici sia per gli uomini che per la natura. Scienziati e organizzazioni ambientaliste chiedono misure mirate per quest’area protetta, che comprendono lo sviluppo e l'attuazione di azioni di gestione specifiche e ricerche per comprendere, quantificare e ridurre l'impatto dell'attività umana sugli animali e sugli ecosistemi. La speranza del progetto Ecopotential è che le mappe realizzate possano aiutare i decision maker a identificare le aree con priorità più alta e che le informazioni possano portare a una migliore gestione delle risorse naturali. Gestendo queste zone in maniera sostenibile, l’uomo potrà continuare a riceverne benefici.
Le zone "critiche" individuate dal progetto: qui si combinano forte presenza dei cetacei e intensa attività umana (foto @GRID-Arendal)