Il cambiamento climatico potrebbe creare una grave crisi migratoria

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Secondo l'Environmental Justice Foundation il climate change sarà la principale causa dello spostamento di una grande massa di individui, in particolare dall'Africa

Nei prossimi anni la principale causa dei flussi migratori non saranno le guerre o la povertà, bensì gli effetti negativi del clima: è quanto sostiene in uno studio l'Environmental Justice Foundation (Ejf), che si è avvalsa della consulenza di esperti militari e di sicurezza statunitensi. Secondo le indicazioni del report, nel prossimo decennio il cambiamento climatico produrrà una pressione migratoria sull'Europa di gran lunga superiore a quella sperimentata a causa del conflitto siriano.

Lo studio

Il lavoro dell'Ejf punta a sollecitare azioni preventive da parte dei governi, sviluppando cornici legali che possano proteggere i rifugiati climatici. Una discussione sull'argomento potrebbe essere avviata in occasione della imminente Climate Change Conference, in programma a Bonn, in Germania (6-17 novembre).

Le parole degli esperti

“Se l'Europa pensa di avere un problema con l'immigrazione oggi, aspetti 20 anni - ha dichiarato al "Guardian" il generale statunitense in pensione Stephen Cheney - quando il cambiamento climatico guiderà le persone fuori dall'Africa, in particolare dal Sahel: non stiamo parlando di uno o due milioni di individui, ma di 10 o 20". Queste persone "non andranno in Africa meridionale" a cercare condizioni climatiche migliori, lo faranno “attraversando il Mediterraneo”. L'ex capo dei consulenti scientifici del governo britannico, David King ha affermato invece che questa “è una minaccia all'esistenza della nostra civiltà nel lungo periodo” e in quello breve “porta con sé ogni genere di rischi e richiede una risposta umana su una scala che non è mai stata raggiunta prima”.

Cambiamento climatico e Siria

Gli effetti del clima sulla crisi dei migranti provenienti dalla Siria si sono già fatti vedere nel recente passato: secondo lo studio la siccità che è seguita alla guerra civile, fra 2006 e 2011, ha causato la partenza di 1,5 milioni di persone. A mancare erano cibo, acqua o lavoro.

Le cifre e le possibili azioni

Un precedente articolo del Ejf, pubblicato lo scorso agosto, aveva calcolato che già nel 2016 erano stati 23,5 milioni le persone costrette a spostarsi a causa di eventi climatici estremi. Entro il 2100, veniva sottolineato, tale cifra potrebbe salire a 2 miliardi. “Nel nostro mondo in rapido cambiamento la sfida per il clima deve essere considerata una priorità urgente per i policymaker e per i leader del mondo del business”, ha detto al "Guardian" il direttore esecutivo dell'Ejf, Steve Trent, “facendo passi ambiziosi ora per ridurre le emissioni di gas serra e costruendo un meccanismo legale per proteggere i rifugiati climatici, tuteleremo anche i membri più poveri e vulnerabili della nostra società”.

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