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Mercato avorio, nel 2017 sequestrate 40 tonnellate in tutto il mondo

Ambiente
Zanne d'avorio date alle fiamme in Kenya: gli elefanti sono tra le prime vittime del bracconaggio (Getty Images)

Lo rivela l'ultimo rapporto Cites, che precisa anche come il fenomeno del bracconaggio e le uccisioni degli elefanti siano comunque in forte diminuzione per il quinto anno consecutivo

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La confisca di avorio a livello mondiale ha toccato anche quest'anno i livelli record del 2016. Lo rende noto l'ultimo rapporto della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites), in cui viene precisato, anche che il bracconaggio degli elefanti in Africa è comunque diminuito per il quinto anno consecutivo.

Il volume del traffico

Il rapporto di Cites si basa sui dati del programma Mike (Monitoring the Illegal Killing of Elephants) e su quelli dell'Etis (Elephant Trade Information System), che verranno discussi durante il prossimo congresso generale della Convenzione previsto per il mese di novembre. Stando ai numeri forniti, sono state circa 40 le tonnellate di avorio sequestrate dall'inizio del 2017 ad oggi sul mercato nero. Un dato importante confermato da quello ancora più incoraggiante sulla sostanziale diminuzione dei mammiferi uccisi nel continente africano. Un numero che, secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ha toccato i 111mila esemplari negli ultimi dieci anni e che, dal 2016, ha subito una forte battuta d'arresto.

Mantenere alta la sorveglianza

Se i risultati del rapporto sembrano essere abbastanza positivi sia sul fronte del commercio illegale che su quello uccisioni di frodo, Cites continua a invitare alla cautela. Secondo il segretario generale dell'organizzazione, John Scanlon, citato dalla Bbc: “Lo sforzo collettivo globale in corso – ha detto - sta cominciando a raccogliere risultati positivi, ma certamente non ci siamo ancora”. La relazione presentata dall'organizzazione ha infatti evidenziato che la crisi del mercato nero potrebbe essere stata provocata da una maggiore consapevolezza degli acquirenti di manufatti in avorio e da una migliore applicazione della legge anti-bracconaggio. Aumenta, tuttavia, la quantità di avorio che viene venduto in Africa sotto forma di bracciali e ciondoli, piuttosto che essere esportato in Asia allo stato naturale, col rischio di essere intercettato. Il fenomeno, ha concluso Scanlon, sarebbe infine limitato solo ad alcuni paesi del continente. “Mentre le prospettive per gli elefanti sembrano buone in Botswana, in Sudafrica e in Namibia - ha detto il segretario generale - nell'Africa centrale si sono verificate perdite drammatiche di intere popolazioni di elefanti”. In questa parte del continente i “livelli di uccisioni illegali sono rimasti molto elevati”.