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Pesca, reti fantasma killer: uccidono 100mila animali marini all'anno

Ambiente
Le tartarughe marine tra le principali vittime delle reti da pesca (Foto: GettyImages)

L'appello dell'organizzazione World Animal Protection ai leader mondiali riuniti a New York per la Conferenza mondiale sugli oceani. "Eliminiamole per oceani più sicuri e più puliti". SPECIALE SKY: Un mare da salvare

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Uccidono ogni anno circa 100 mila animali marini, in primis tartarughe, delfini e balene. Sono gli attrezzi da pesca abbandonati o persi sui fondali marini, per lo più reti e di uno dei materiali killer per i mari, la plastica. Vere e proprie trappole che possono durare secoli. L'allarme arriva dall'organizzazione World Animal Protection che ai leader del mondo riuniti a New York per la Conferenza mondiale sugli oceani chiede di aderire alla sua iniziativa per eliminare le reti e gli altri attrezzi da pesca fantasma. 

Al mare servono 600 anni per "smaltire" le reti

Reti e altri attrezzi da pesca perduti e abbandonati in mare sono una minaccia considerevole per la vita marina. Possono impiegare anche 600 anni per decomporsi e le creature che vi rimangono intrappolate soffrono di una morte dolorosa e lenta, spesso soffocano o non riescono a nutrirsi per mesi. Ogni anno, secondo le stime di World Animal Protection, finiscono in mare 640 mila tonnellate di queste attrezzature. L'equivalente di 52 mila autobus a due piani colmi di reti e altri strumenti. Le specie minacciate sono più di 800. Più le attività ittiche si intensificano, più il fenomeno peggiora. Si calcola che ogni anno ne restino vittima 136 mila solo tra foche, leoni marini e balene di grandi dimensioni. Oltre ai danni per l'ambiente ci sono anche i costi sostenuti dai governi per operazioni di pulizia, stimati in milioni di dollari.

Un milione di animali da salvare

Di qui la "Global Ghost Initiative Gear" (GGGI) lanciata nel 2015 per cercare una collaborazione tra governi ed esperti di tutto il mondo per proporre e attuare soluzioni globali al fenomeno. L'organizzazione ha chiesto a governi e aziende di unirsi allo sforzo, già condiviso da un'ottantina di partner. L'iniziativa rientra nella campagna "Sea Change", che ha lo scopo di salvare un milione di animali marini entro il 2018 attraverso la riduzione del volume degli attrezzi da pesca abbandonati o persi sui fondali marini e il salvataggio di animali.

Ognuno può fare qualcosa

A parte gli impegni che saranno presi sul piano istituzionale, anche i singoli cittadini possono dare il loro contributo alla campagna. Ogni avvistamento di rete o altro attrezzo per la pesca abbandonato in mare può salvare centinaia di esemplari. Le segnalazioni si possono fare tramite un form online e finiranno su una mappa digitale che servirà all'organizzazione per fare pressione sul problema a livello internazionale. Ecco altre dieci cose da fare per salvare i nostri oceani.