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La plastica dell'oceano diventa moda per Stella McCartney

Ambiente
Stella McCartney e la sua moda eco-friendly (Foto: GettyImages)

La stilista ha annunciato una collaborazione con la ong "Parley for the Oceans" per salvare gli oceani minacciati da inquinamento e cambiamenti climatici. Gli scarti e i rifiuti diventeranno tessuti. SPECIALE SKY: Un mare da salvare 

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C'è una risorsa che sta diventando sempre più di tendenza sulle passerelle d'alta moda di tutto il mondo: non è l'artigianato, non sono animali esotici (per fortuna), è la spazzatura. Materiali di scarto e sempre più spesso la plastica, compresa quella recuperata dagli oceani. Alla schiera di marchi che sfruttano il riciclo per le proprie creazioni si è unita in occasione della Giornata mondiale degli oceani anche Stella McCartney.

 

 

Tessuti dai rifiuti dell'oceano

La stilista, nonché attivista vegan, figlia di Paul McCartney e Linda Eastman, ha presentato a New York la sua collezione Spring 2018 ispirata all'allegria tropicale dei Caraibi, e ha annunciato una collaborazione con la ong "Parley for the Oceans" con lo scopo di salvare il polmone blu del pianeta. Utilizzerà una fibra tessile realizzata con oggetti di plastica ritrovati nell'oceano - reti da pesca, detriti e bottiglie - per alcune delle sue prossime creazioni: scarpe, borse, abbigliamento. L'annuncio durante un "garden party" a Chelsea, accanto alla presentazione di uno zaino Falabella e una scarpa Adidas Ultra Boost realizzate in collaborazione con Parley. Questa ong lavora dal 2015 col governo delle Maldive, con i resort dell'arcipelago dell'Oceano Indiano, le scuole e i pescherecci e raccoglie così ogni mese dalle 80 alle 120 tonnellate di plastica dall'oceano. Scarti che vengono lavorati, spediti agli impianti di riciclo e trasformati in filati e tessuti. Parley sta collaborando anche con l'Onu per portare la sua iniziativa in 38 piccole isole in via di sviluppo.

Così la plastica diventa "cool"

Ogni anno negli oceani si riversano almeno 8 tonnellate di plastica, secondo le ultime stime dell'Onu. "L'industria della moda deve recuperare il tempo perduto", ha spiegato Stella McCartney, che tra l'altro da anni ha abbandonato le pelli animali per la realizzazione di borse, scarpe e vestiti e ha puntato su tessuti riciclati, cashmere rigenerato e cotone organico. La nuova linea "resort" e la collaborazione con Parley puntano a "prendere qualcosa di distruttivo e trasformarlo in qualcosa di sexy and cool" perché la nuova frontiera del lusso, ha affermato la stilista, è quella di "essere in grado di respirare aria pulita. In questo siamo tutti sulla stessa sponda". "La moda è innovazione e non basta offrire una nuova silhouette o una nuova tavolozza", ha spiegato. "Io ora lavoro con scienziati, ambientalisti, gente che cambia le carte in tavola e racconta storie. Un nuovo modo di avvicinarmi al mio lavoro".

Moda sostenibile

I progetti di moda sostenibile si moltiplicano. Durante la promozione del suo ultimo film "La bella e la bestia", l'attrice Emma Watson ha lanciato un nuovo account su Instagram per promuovere capi d'abbigliamento eco-friendly. L'account si chiama "The press tour" ed è dedicato ai molti eventi legati alla promozione del film. Tra le mise con cui l'attrice si è fatta fotografare anche un cappotto di Stella McCartney. Tra gli altri outfit uno firmato Oscar de la Renta e realizzato con seta e lana organiche e un abito di Louis Vuitton in poliestere riciclato, che nasce da bottiglie di plastica usate. Senza scomodare i nomi altisonanti delle passerelle, anche un marchio come H&M ha da poco lanciato una linea - Bionic - ottenuta interamente dal riciclo di rifiuti plastici marini.