La plastica rischia di soffocare il Danubio
AmbienteL'allarme lanciato dall'Hungarian plastics Association che punta il dito contro diversi governi europei
Il Danubio non è più tanto blu. Dopo aver fatto fronte all'inquinamento causato dall'industria pesante durante il comunismo, oggi il fiume che attraversa 10 stati con i suoi 2896 km di lunghezza deve vedersela con microplastiche, pesticidi e rifiuti farmaceutici. Gabor Farkass, direttore dell'Hungarian plastics Association, indica come principali colpevoli i governi che non riciclano. "Abbiamo controllato il letto del fiume e abbiamo trovato un sacco di plastica", ha dichiarato al "Guardian".
Cosa inquina il Danubio - L'ultimo report del Joint Danube survey, redatto dall'International commission for the protection of the Danube river (Icpdr), ha elencato 20 sostanze pericolose che stanno mettendo a rischio l'ecosistema del Danubio. Lo studio ha anche evidenziato che solo 7 di queste sono ufficialmente riconosciute e segnalate dalle autorità governative. "Le informazioni su ciò che le industrie inquinanti stanno rilasciando nel Danubio sono insufficienti", ha dichiarto sempre al "Guardian" Adam Kovacs dell'Icpdr.
Cosa sono le microplastiche - Tra i principali indiziati dell'inquinamento del fiume europeo ci sono le microplastiche. Si tratta di piccole particelle di materiale plastico di dimensioni generalmente inferiori al millimetro, e che possono arrivare fino a livelli micrometrici. La fauna fluviale le inghiotte, scambiandole per cibo. Uno studio austriaco condotto lo scorso anno ha addirittura denunciato la presenza di 40 tonnellate di microplastica nel fiume: i rifiuti avevano mediamente dimensioni attorno ai 5 mm di diametro. Le responsabilità dell'invasione delle microplastiche sono da ricercare nell'inefficiente sistema di gestione e riciclaggio dei rifiuti. Inoltre diversi settori industriali come l'automotive, il packaging o il settore cosmetico e farmaceutico contribuiscono alla dispersione dei frammenti di plastica: per questo il Governo austriaco sta cercando di migliorare l'impatto ambientale di queste aziende. E anche l'Ungheria ha investito in un impianto di depurazione delle acqueme acque pulite, a Budapest, nei pressi del ponte Ràkóczi. Ma le differenze economiche tra le nazioni in cui scorre il Danubio fa pensare che questi provvedimenti saranno sempre meno efficaci man mano che ci si allontana dai paesi più virtuosi.
Anche la Romania si muove - Tuttavia anche fra paesi danubiani come la Romania e la Bulgaria si colgono segnali di speranza. La Romania, in particolare, è alla guida del progetto paneuropeo Danubius-Ri, il cui obiettivo è proprio quello di comprendere la formazione, la distribuzione e l'impatto delle microplastiche agricole e farmaceutiche. Il progetto mira a mettere in campo tecnologia innovative per la gestione delle acque e si ispira a quelle di WatchFrog, un'azienda francese che sta sviluppando sistemi di misurazione e monitoraggio delle acque. Ma il principale antidoto contro l'avvelenamento da microplastiche del Danubio, secondo quanto dichiarato dal direttore dell'Hungarian plastics association Gabor Farkass, è solo uno: il riciclo dei rifiuti.