Il Filo Nascosto, Daniel Day Lewis saluta il set tra tessuti e funghi velenosi

Recensioni

Fabrizio Basso

Daniel Day Lewis e Vicky Krieps
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Sei nomination all'Oscar® per Il Filo Nascosto, la storia di un sarto inglese negli anni Cinquanta. A interpretarlo è Daniel Day Lewis, che con questo film annuncia l'addio al cinema. Lo abbiamo visto e ve lo raccontiamo

(@BassoFabrizio)

E' un mondo che non c'è più ma nel quale ancora affondiamo le radici. Perché l'alta moda arriva dal passato e ogni epoca ha lasciato dei germogli. Con Il Filo Nascosto scivoliamo indietro negli anni Cinquanta, entriamo nella vita di un sarto inglese amato a corte e dalla nobiltà, un creativo isterico, nervoso, scapolo, maniacale. Si chiama Reynolds Woodcock e lo interpreta Daniel Day-Lewis, che annuncia con questo ruolo il suo addio al cinema. Il nostro eroe de L'Ultimo dei Mohicani, Il Petroliere, Lincoln, Il mio Piede Sinistro, Camera con Vista, L'Età dell'Innocenza e Nel nome del Padre (volutamente citati in ordine sparso e non cronologico) ci lascia con questa magistrale interpretazione di un couturier che tanto ricorda Balenciaga. Nella notte tra domenica 4 e lunedì 5 marzo si assegnano gli Oscar (nottata in diretta e in esclusiva a partire dalle ore 22.50 su Sky Cinema Oscar HD oltreché sul sito di SkyCinema.it) e Il Filo Nascosto è presente con sei nomination: Candidatura per il miglior film, per il miglior regista a Paul Thomas Anderson, per il miglior attore a Daniel Day-Lewis, per la miglior attrice non protagonista a Lesley Manville, per i migliori costumi a Mark Bridges e per la migliore colonna sonora a Jonny Greenwood. Aspettando, e sperando che la bacheca si riempia di dorate statuette, abbiamo visto il film e vi accompagniamo nella sua lenta magia passeggiando su un filo di...cotone.

Disegna sempre mister Woodcock, disegna a colazione e a pranzo, sveglia le modelle nel cuore della notte per provare un' idea. O un abito da (ri)finire. Manda avanti la sua maison, la House of Woodcock, insieme a sua sorella Cyril, interpretata da una superba Lesley Manville, in un clima di rigore e perfezione. Lui è maniacale, esasperante. Circondato da sarte con le mani ruvide e screpolate ma che quando tra i polpastrelli stringono un ago diventano angeli. Si dichiara scapolo per scelta, incapace di amare totalmente e così pur di non fare soffrire le donne, che al suo fascino si afflosciano e abbandonano come un gommone sgonfio tra i marosi, vive in solitaria, con la sorella unica presenza femminile accettata. Ma una colazione in un locale di provincia, una casa circondata dalla brughiera e dall'umido che partorisce, gli pone di fronte la conturbante Alma Elson, una meravigliosa, impeccabile, enigmatica Vicky Krieps, attrice lussemburghese dal viso irregolare che entra ne Il Filo Nascosto con una omelette e ne esce moglie. Complice il suo rigore, la sua sfacciataggine e una conoscenza stregonesca delle proprietà dei funghi, che lei trasforma in pozioni d'amore e sottomissione. Dopo lacrime e umiliazioni, per le quali ha pianto ma non si è piegata, capisce che il suo Reynolds può essere domato. Bisogna mettere uno iato tra lui e la sorella e lei lo fa. Scardinando i fantasmi di quell'edificio che si sviluppa in altezza, Alma porta il suo spirito ribelle che si muove tra funghi pochi commestibili che creano sudditanza, una festa di capodanno che rende geloso l'algido sarto, un corpo che trasmette erotismo, due labbra che lui vuole senza rossetto perché vuole vedere con chi parla. Dopo la prima po(r)zione di funghi lui soffre, sta male ma la sposa. Riconosce di amarla. E quando Woodcock torna alle vecchie, severe usanze, quando torna misogino, lei affetta un po' di funghi, fa un soffritto e glieli offre per cena. Solo che ora, prima della punizione per via orale, lui sorride e la bacia.

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