Addio a Umberto Lenzi, papà del poliziottesco made in Italy e del Monnezza

Cinema

Fabrizio Basso

Umberto Lenzi
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Amato da Quentin Tarantino, creatore di un genere, scrittore, guascone...se ne è andato a 86 anni Umberto Lenzi, una eccellenza italiana quando questo concetto non era ancora stato pensato. Da Orgasmo a Milano odia: la polizia non può sparare, da Roma a mano armata a Napoli violenta. Vi raccontiamo un po' di questo genio, il cui primo film, del 1958, non fu mai distribuito!

(@BassoFabrizio)

E' proprio vero che la vita è un po' burlona. I film di Umberto Lenzi erano esecuzioni, erano sparatorie e vendette, violenza e rancore, al punto che se ne è innamorato Quentin Tarantino, e lui ci ha lasciato come in un romanzo d'amore: il suo cuore ha smesso di battere e ha deciso che era il momento di andare nel Paradiso del cinema senza alcun colpo di pistola, senza scazzottate, senza nulla se non la nostalgia che ci lascia per quel suo modo di raccontarci storie nere in una stagione, quella a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, quando le nostre strade erano davvero scivolose per il sangue lasciato dalla criminalità e dal terrorismo.

Ma prima del poliziottesco, della Roma a mano armata, della Napoli che spara ci ha donato un erotismo in tinta...giallo. Anche questi pruriti abbinati alla malavita sono figli suoi, e citiamo per tutti Orgasmo e Paranoia. Quelle pellicole non terminavano con i titoli di coda. Ci accompagnavano la notte, nei nostri sogni più strani e, diciamolo, perversi, col le forme sinuose di Carroll Baker, attrice simbolo di Lenzi in quella stagione.

Negli anni Settanta da sotto l'ascella, da quello strano rigonfiamento un po' inquietante, Mario Lenzi fa uscire le pistole e inaugura un'altra sua stagione da antesignano. L'erotismo non si è spento, è rimasto torbido e vero come un succulento contorno, ma al centro della scena ci sono Tomas Milian, Er Monnezza (protagonista de Il trucido e lo sbirro e La banda del gobbo, rispettivamente del 1976 e 1977), e Maurizio Merli, il commissario duro che non sa cosa è la corruzione, due figure che ancora oggi sono icone di mascolinità. Nasce il poliziottesco all'Italiana.

Siamo al crepuscolo del decennio e Mario Lenzi volta ancora pagina. Ora ci cucina un pasto per cannibali. E' la sua nuova frontiera. Il primo colpo allo stomaco, è proprio il caso di sottolinearlo, giunge nel 1980 con Mangiati vivi! Bisogna ricordare che già nel 1972 con Il paese del sesso selvaggio aveva manifestato un certo interesse per questa tematica. Ma il suo film più disturbante ed estremo è, in assoluto, Cannibal Ferox del 1981. Rientra negli annuari come uno dei film più censurati al mondo e per un certo periodo fu abiurato da Lenzi medesimo, che addusse di avere accettato quel lavoro solo per questioni economiche.


Gli ultimi suoi impegni dietro la macchina da presa hanno ormai 25 anni, sono datati 1992 e si chiamano Hornsby e Rodriguez – Sfida criminale, amatissimo quest'ultimo da Quentin Tarantino. Nell'ultimo periodo della sua esistenza si è concentrato sull'attività letteraria, molto noir, molto intrigante, molto in linea con un personaggio spiazzante. Quello da tenere in libreria? Secondo chi scrive, il punto più alto del Lenzi scrittore è Delitti a Cinecittà (Coniglio Editore, 2008). Ma è soggettivo. Mario Lenzi anche con la penna ha saputo essere spiazzante. Lui sì che ha sempre saputo come accendere il nostro desiderio. Anche il più perverso e inconfessabile. E ora anche il suo nuovo mondo dovrà prepararsi a conoscere un uomo così scomodo cui è impossibile non volere bene. Ci mancherà.

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