Consumo di carne, in Italia è il più basso d'Europa

Salute e Benessere
La bistecca fiorentina è uno dei piatti a base di carne più amati in Italia (Fotogramma)
Fotogramma_Bistecca_fiorentina

Anche se in leggera ripresa quest'anno, la sua presenza nella dieta mediterranea rimane a livelli molto bassi rispetto al resto del Vecchio continente. È quanto emerge dai dati dell'Osservatorio nazionale della fiera Agriumbria, una delle principali del settore. La più amata? Quella di maiale. E cresce l'attenzione alla qualità

In Italia si mangia meno carne rispetto al resto d'Europa, ma di maggior qualità. Il suo consumo pro capite è infatti il più basso del Vecchio continente: è quanto emerge dai dati preliminari dell'Osservatorio nazionale sui consumi delle carni di Agriumbria, una delle principali fiere del settore, che si svolge dal 31 marzo al 2 aprile a Bastia Umbra (Perugia).

 

Il record? Dei danesi – Secondo i dati dell'osservatorio, ogni italiano nel 2016 ha mangiato in media 79 kg di carne: in maggioranza si tratta di carne di maiale (37 kg), seguita da quella bovina (21 kg) e da quella avicola (19 kg). La parte restante (2kg) è di animali diversi come coniglio e cavallo. Se tale dato è il più basso d'Europa, dall'altro capo della classifica si trovano, invece, la Danimarca con 109,8 kg, il Portogallo con 101 kg e la Spagna con 99,5 kg. Anche la dieta di francesi e tedeschi è assai più ricca di carne della nostra, con un consumo annuo pro capite, rispettivamente, di 85,8 e 86 kg. Secondo la ricerca il consumo di carne italiano, tipico della dieta mediterranea, oltre ad essere di qualità "è anche molto al di sotto, circa la metà, dei quantitativi individuati come potenzialmente rischiosi dall'Organizzazione mondiale della sanità".

 

Consumi in ripresa a febbraio – In generale, 16 milioni di italiani nel 2016 hanno ridotto i loro consumi di carne. In particolare, sono scesi i consumi di carni bovine, con una flessione del 5% che segue il -6% del 2015. Complessivamente il consumo di carne quotidiano è calato, in media, di 85 grammi. Ciononostante il mese di febbraio 2017 ha segnato una ripresa, favorita dalle dinamiche dei prezzi: rispetto a un anno fa i consumi sono cresciuti del 14% per quanto riguarda la carne bovina, del 10% per i salumi e dell'8% per il maiale. Passando ad analizzare i singoli prodotti, nel 2016 i consumi sono calati in particolare per i wurstel (-16,4%), la carne in scatola (-9,9%), la carne rossa (-2,8%) e il prosciutto crudo (-2,4%). Migliorano, invece, le preparazioni fresche di coniglio (+3%) e quelle di pollame (+1,1%). Buona parte della carne consumata in Italia, segnala inoltre l'Osservatorio, arriva dall'estero: il 33% del totale. Ossia quasi il 40% della carne bovina e il 35% di quella suina, mentre per le carni bianche il mercato si basa in gran parte sulla produzione nazionale. I principali Paesi dai quali la carne viene importata sono la Francia, la Polonia e l'Olanda. Dal 2010 hanno chiuso oltre 12mila allevamenti: nelle stalle nazionali oggi vengono allevati 8,7 milioni di maiali, 6,1 milioni di bovini da carne e 6,5 milioni di conigli.

 

La novità dell'Osservatorio - Lo studio completo dell'Osservatorio sulle carni di Agriumbria sarà presentato in occasione della fiera. Si tratta di “una novità che vogliamo presentare in occasione della prima giornata di fiera con un vero e proprio rapporto”, ha dichiarato il presidente di Umbriafiere, Lazzaro Bogliari, “che ancora in Italia non c'era e che abbiamo pensato perché la nostra fiera ha come core business quello delle carni di qualità. Settore che, in controtendenza col calo dei consumi generali di carne, è cresciuto”.

Quello dell'osservatorio non è l'unico studio sul consumo di carne nel Belpaese: una ricerca di Assocarni pubblicata nel 2015 aveva già mappato il fenomeno, rilevando che il consumo dell'anno precedente era di 78 chili a testa.

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