Dopo che la Consulta si è pronunciata sull'Italicum, sono due i sistemi immediatamente applicabili. In Parlamento si discute su eventuali modifiche, tra premio di maggioranza e ritorno al Mattarellum
L’Italia, dopo che la Consulta si è pronunciata sull’Italicum, ha due leggi elettorali immediatamente applicabili. Quello che le accomuna è che di base hanno un impianto proporzionale. Al loro interno, però, i due sistemi hanno molte differenze.
Il premio di maggioranza - La Consulta ha salvato il premio di maggioranza del 40% previsto dall’Italicum; se una lista supera questa percentuale, avrà la maggioranza assoluta a Montecitorio. Non vale lo stesso per il Senato, a cui si applica la legge figlia della Consulta del 2014 che non prevede il premio.
Le soglie di sbarramento - Alla Camera, se una lista non prende almeno il 3% a livello nazionale, non entrerà a Montecitorio. In Senato, invece, le coalizioni devono prendere almeno il 20% a livello regionale e a questo punto, le liste che fanno parte del gruppo, devono raggiungere il 3% per ottenere i seggi. Se le liste corrono da sole, servirà arrivare all’8%.
Le preferenze - Alla Camera, il capolista bloccato è stato salvato dalla Consulta e si potranno dare fino a due preferenze aggiuntive, purché si rispetti la parità di genere. Ci si può candidare come capolista in più collegi (fino a un massimo di dieci) e, se si viene eletti in più di uno di questi, verrà tirato a sorte quello in cui il candidato viene dichiarato eletto. Più semplice il sistema del Senato, dove si può indicare una sola preferenza.
I collegi - Come prevede l’Italicum, per la Camera, l’Italia è divisa in 100 collegi plurinominali, in ciascuno dei quali vengono eletti tra i cinque e i sette candidati. Diversa la situazione al Senato, dove ci sarà un collegio per Regione, per un totale di 20. In questo caso, le liste dei nominativi saranno più lunghe perché nelle Regioni più grandi si potranno eleggere anche 20 senatori.
Possibili modifiche - In Parlamento, si stanno discutendo le possibili modifiche ai due sistemi. Un’ipotesi è quella di attribuire un premio di maggioranza anche al Senato. Un’altra, all’opposto, prevede di togliere la soglia del 40% alla Camera. Oppure ancora, come ha proposto il Partito Democratico, si potrebbe ritornare al Mattarellum, il sistema elettorale misto con cui si è votato fino agli inizi degli anni 2000. Ma quest’ipotesi, al momento, non ha riscosso molto successo.