Pestaggio in metro a Roma: condanne a 17 e 14 anni

Cronaca
Un momento del pestaggio immortalato dalle telecamere a circuito chiuso del vagone
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In tre sono stati riconosciuti responsabili dai giudici della decima sezione penale del tribunale di concorso in tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Decisive le immagini delle telecamere a circuito chiuso

Lo massacrarono di botte, sotto gli occhi della madre, solo perché si era permesso di dire che non si poteva fumare all'interno del vagone della metro. Adesso, gli autori del brutale pestaggio, avvenuto il 18 settembre dello scorso anno sulla linea B, ai danni del 37enne Maurizio Di Francescantonio, hanno ricevuto una pesantissima condanna: 17 anni e 9 mesi di reclusione per Antonio Senneca e 14 anni a testa per Luigi e Gennaro Riccitiello. I tre sono stati riconosciuti responsabili dai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma di concorso in tentato omicidio aggravato dai futili motivi.

Decisive le telecamere di sorveglianza

Ad incastrare gli imputati, per i quali il pm Luigi Fede aveva chiesto in sede di requisitoria 40 anni complessivi di reclusione (rispetto agli oltre 45 poi decisi in sentenza), furono soprattutto le immagini della videocamera a circuito chiuso che immortalò l'intera scena con l'aggressione gratuita compiuta ai danni della vittima e della madre, anche lei presa a schiaffi dal principale imputato, cui alla fine sono stati attribuiti pure i reati di lesioni (per le ferite riportate dalla donna) e di resistenza a pubblico ufficiale (quando venne arrestato dalla polizia). 

L'aggressione

La violenta aggressione era partita dopo che Di Francescantonio aveva chiesto ai tre di rispettare il divieto di fumo all'interno della metropolitana romana. I condannati, tutti con precedenti, quella domenica pomeriggio in un convoglio della metro B a piazza Bologna presero a calci e a pugni in testa Di Francescantonio, 37enne residente a Tivoli. L'unica a difenderlo fu la madre che tentò di fargli da scudo, ricevendo anche lei dei colpi.

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