Motovedetta tunisina tenta sequestro peschereccio: attacco sventato

Cronaca
Il peschereccio Aliseo di Mazara del Vallo (foto di repertorio, Getty Images)

La motopesca Aliseo di Mazara del Vallo, secondo gli armatori, si sarebbe trovata in acque internazionali, non lontano dal confine libico. L'intervento dei mezzi della Marina militare italiana ha risolto la situazione. È il secondo caso del genere nel mese di agosto

Il peschereccio Aliseo di Mazara del Vallo è stato oggetto di un tentativo di sequestro da parte di una motovedetta tunisina attorno alle 21 del 19 agosto. Il tutto mentre – secondo l'armatore dell'imbarcazione, Manuel Giacalone – si trovava in acque internazionali, a circa 30-35 miglia a nord-est di Zarzis, non lontano dal confine con la Libia. E in particolare da Zuara, porto libico al centro delle rotte dell'immigrazione sfruttate dai trafficanti. Secondo Giacalone la nave tunisina avrebbe anche sparato dei colpi d'arma da fuoco nel tentativo di fermare la nave: l'azione sarebbe durata circa un'ora e mezza, e solo dopo l'intervento di un elicottero della Marina militare italiana i tunisini avrebbero desistito.

 

Colpi d'arma da fuoco contro il peschereccio

"Il nostro peschereccio, che a bordo ha 11 uomini di nazionalità mista - dice Giacalone - come dimostrano i tracciati del blue box, si trovava in acque internazionali quando è stato preso d'assalto dalla motovedetta tunisina dalla quale sono stati sparati colpi di arma da fuoco". Non ci sono stati feriti. Il capitano dell'Aliseo Domenico Ingargiola ha spiegato ai militari della Marina italiana, giunti sul posto con una motovedetta, l'accaduto. "Personalmente non sono ancora riuscito a mettermi in contatto con il comandante dell'Aliseo – riferiva Giacalone poco dopo le 12 del 20 agosto - perché a bordo l'equipaggio ha il telefono satellitare fuori uso: spero di poterlo sentire nelle prossime ore. A bordo del peschereccio si trovano sei marittimi mazaresi, tra cui il comandante di 60 anni e cinque uomini di origine tunisina". Una comunità, quella tunisina di Mazara, fra le più numerose e antiche d'Italia, ormai giunta alla quarta generazione. "Fare il nostro mestiere - conclude Giacalone - è diventato oltre che troppo oneroso anche troppo rischioso. La nostra marineria subisce attacchi in acque internazionali da oltre trent'anni. I danni economici sono enormi così come quelli psicologici e sociali, tanto che sto seriamente valutando, dopo quattro generazioni, di fare altro". Al comando generale delle capitanerie di porto, la Marina militare tunisina avrebbe confermato il tentativo di sequestro del peschereccio.

 

Il precedente del 2 agosto

Non è la prima volta che il peschereccio Aliseo si trova di fronte a un attacco simile. Il 2 agosto scorso, sempre nella stessa zona, una motovedetta militare tunisina aveva preso di mira un altro peschereccio mazarese, l'Anna Madre: in quell'occasione era stato l'equipaggio dell'Aliseo, che si trovava nelle vicinanze, a dare l'allarme. Favore ricambiato in questa circostanza: è stata proprio l'Anna Madre a raccogliere l'sos dell'Aliseo.

 

"Serve un tavolo di concertazione"

L'Aliseo è un'imbarcazione di 35 metri con una stazza di 225 tonnellate, varata nel 1982 e ristrutturata quattro anni fa con un investimento di 700mila euro circa. Proprietaria del motopesca è la società mazarese Mare giovane snc. Nel 1999 la nave si ritrovò coinvolta in un altro episodio di cronaca: speronò, 50 miglia a sud di Lampedusa, un altro peschereccio mazarese, l'Alessandro Asaro, che affondò in 20 minuti. Gli 11 membri dell'equipaggio vennero tratti in salvo dall'Aliseo e non ci furono feriti. Anche il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, è intervenuto sull'ultimo episodio di tensione nelle acque tra Italia e Tunisia: "I nostri continui appelli di un tavolo di concertazione con i Paesi rivieraschi non vengono ascoltati nonostante la nostra diplomazia faccia il proprio lavoro quotidiano. In considerazione della gravità della situazione nel Mediterraneo, diventa urgente che lo stesso divenga oggetto di dibattito e di definizione di una strategia per assicurare lavoro e benessere alle comunità nel corso dei prossimi decenni".

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