Distrutte quattro piantagioni abusive di cannabis nel Vibonese

Cronaca
Piante di cannabis (foto: Getty Images)
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Un'operazione condotta dai militari di Lamezia Terme ha portato al sequestro di 335 piante di “Cannabis indica” e “Skunk” per un peso di 20 quintali e un valore potenziale di 1,3 milioni di euro

Un'operazione condotta dagli uomini della Guardia di Finanza di Lamezia Terme (Cz) ha portato al sequestro di circa 20 quintali di cannabis pronti per essere raccolti e rivenduti sul mercato nero.

L'operazione nel Vibonese

Il ritrovamento delle piante è avvenuto nelle campagne del comprensorio dei comuni di di Sorianello, Pizzoni e Gerocarne, in provincia di Vibo Valentia, nell'ambito di un'operazione volta alla prevenzione alla repressione del fenomeno della coltivazione illecita di marijuana. Per individuare la piantagione gli uomini delle Fiamme Gialle hanno prima impiegato un elicottero per poi muoversi con i mezzi di terra. I rilievi aerei sono hanno permesso di localizzare la vasta area demaniale in cui le piantagioni erano state occultate tra arbusti e una fitta vegetazione. È servito un successivo intervento delle pattuglie dei finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale e della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, per riuscire a raggiungere le coltivazioni illecite scoperte dall'alto. Questa seconda fase dell'operazione si è però rivelata più difficoltosa del previsto a causa di un improvviso incendio, probabilmente di origine dolosa, divampato nella boscaglia nei pressi di due delle quattro coltivazioni.

Cannabis per oltre un milione di euro

Le piantagioni sequestrate dai militari comprendevano 335 piante delle qualità "Cannabis indica" e "Skunk", una varietà, quest'ultima, considerata dagli inquirenti più potente rispetto alle altre. Le piante si presentavano rigogliose, con un'altezza media di 1.80 metri circa, ed erano già pronte per essere raccolte. La loro crescita è stata resa possibile grazie a sistemi di irrigazione autonomi. Il quantitativo sequestrato, e distrutto su ordine del pm del Tribunale di Vibo Valentia, ammontava a circa 20 quintali. Un volume che una volta immesso sul mercato, avrebbe fruttato un guadagno alla malavita locale di un milione 300.000 euro. Sono in corso indagini finalizzate all'identificazione dei responsabili delle coltivazioni.

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