Uno studio dell'Ocse traccia l'identikit dei nostri quindicenni. Rispetto ai coetanei degli altri Paesi, sono meno soddisfatti della propria vita quotidiana e soffrono di più lo stress. Il 23% è "consumatore estremo di internet". Genitori italiani presenti
Con i compagni di classe fanno amicizia facilmente, ma sono divorati dall'ansia scolastica. È questo l'identikit degli studenti italiani che emerge da uno studio sul benessere dei quindicenni pubblicato dall'Ocse e basato sulle risposte al questionario Pisa 2015.
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Ansia, stress e scarsa soddisfazione
Rispetto ai coetanei degli altri Paesi, i quindicenni italiani sono meno soddisfatti della propria vita quotidiana: su una scala da 0 a 10 si attestano sul livello 6,9, contro una media Ocse del 7,3. Il 15 per cento di loro ha dichiarato un livello di appagamento uguale o inferiore a 4. A questa scarsa soddisfazione è associato, secondo i ricercatori, il fattore stress. A scatenare l'ansia è prima di tutto la preoccupazione di prendere brutti voti (nell'85% dei casi per i ragazzini italiani, nel 66% a livello Ocse). Ma anche l'appuntamento con un compito in classe (77% per gli studenti italiani contro un 52% di media Ocse) o con un test: il 56 per cento diventa nervoso, rispetto a una media Ocse del 37. E al 70 per cento monta l'ansia anche se ha studiato ed è preparato. L’ansia scolastica, è emerso, è più frequente nelle scuole i cui studenti studiano per oltre 50 ore a settimana (a scuola e fuori).
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Amicizie senza difficoltà
Per fortuna il clima tra i banchi pare essere sereno. Oltre 8 studenti su 10 dichiarano di non avere difficoltà a fare amicizia con i compagni (media Ocse 78%). Lo stesso non può dirsi per gli alunni stranieri, di prima e seconda generazione, che sono convinti di “piacere agli altri studenti” in misura minore rispetto alla media Ocse.
Sostegno della famiglia
I genitori risultano molto presenti nella vita dei propri figli. Gli studenti in Italia percepiscono, infatti, un livello elevato di sostegno da parte della famiglia. Il 96 per cento riferisce che mamma e papà sono interessati alle loro attività scolastiche (media Ocse 93%). Anche se poi nel momento del bisogno, quando i ragazzi devono affrontare qualche difficoltà, questo supporto familiare vacilla un po’ (87% in Italia, 91% media Ocse). Gli studenti italiani con genitori che si interessano alla loro vita scolastica hanno un rischio oltre tre volte inferiore (3,2) di essere insoddisfatti della propria vita; hanno un rischio 2 volte più basso di sentirsi soli a scuola; tendono a prendere voti alti. Tre genitori italiani su quattro hanno dichiarato di aver parlato con il proprio figlio di come stava andando a scuola ogni giorno o quasi ogni giorno nell'anno scolastico precedente, mentre la media tra tutti i Paesi è di un genitore su due. Quasi il 95 per cento dei genitori italiani ha dichiarato di consumare insieme ogni giorno o quasi il pasto principale della giornata, contro una media del 70 per cento. Sulla partecipazione agli incontri con i professori, invece, i genitori italiani vanno meno bene: solo il 62,9 per cento dichiara di avervi partecipato nell'anno precedente al test. Il 64,4 per cento, poi, ha dichiarato che nell'anno precedente al questionario ha preso l'iniziativa e discusso con un insegnante dei progressi scolastici dei figli. Minore, invece, il coinvolgimento quando si tratta di chiedere a un insegnante come aiutare i propri figli nell'apprendimento a casa: solo il 44 per cento degli italiani dichiara di averlo fatto, contro il 67,4 per cento degli spagnoli.
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Internet passatempo preferito
Lo studio si sofferma anche sulle abitudini dei ragazzi fuori dalla scuola. Tra i passatempo spicca il web. Il 23 per cento dei quindicenni confessa di navigare per oltre 6 ore al giorno, in un normale giorno della settimana, ed è pertanto ritenuto “consumatore estremo di internet”. In media, gli studenti in Italia usano il web per 165 minuti al giorno durante la settimana e per 169 minuti durante il fine settimana (contro una media Ocse di 146 minuti e 184 minuti). Il 47 per cento degli studenti italiani dichiara di “sentirsi proprio male se non c'è una connessione a internet”. Ma in questo caso all'estero le cose vanno peggio: in media, la percentuale di coloro che si sentono persi lontani dal web sale al 54 per cento. I consumatori estremi di internet, sia in Italia sia negli altri Paesi, hanno tendenzialmente peggiori risultati a scuola, maggiore probabilità di marinare le lezioni o arrivare in ritardo in classe. Non solo. Meno degli altri si preoccupano di arrivare a prendere una laurea.
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Boys vs Girls feeling bad if not connected to the Internet <a href="https://twitter.com/hashtag/OECDPISA?src=hash">#OECDPISA</a> <a href="https://t.co/H5HAOPoO0j">pic.twitter.com/H5HAOPoO0j</a></p>— OECD Education (@OECDEduSkills) <a href="https://twitter.com/OECDEduSkills/status/854699003459620864">19 aprile 2017</a></blockquote>
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