"Nature": emissioni diesel superiori del 50% rispetto al dichiarato

Ambiente
Il tubo di scarico di un'auto (Getty Images)
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Uno studio ha analizzato 11 grossi mercati dell'automobile, dall'Unione Europea agli Stati Uniti e al Giappone. Stabilendo che le violazioni dei limiti avrebbero provocato 38mila morti solo nel 2015. In Europa la maggior parte delle violazioni

Almeno 38mila persone sarebbero morte nel 2015 a causa delle emissioni nocive dei motori diesel. Lo rivela uno studio internazionale guidato dall'International council on clean transportation e pubblicato sulla rivista "Nature".

Violazione delle certificazioni

Oggetto dello studio è l'impatto causato negli 11 principali mercati dell'automobile dalle emissioni di ossido di carbonio provocate dai motori diesel nell'atmosfera. Un tema che ha portato i ricercatori ad attribuire l'eccesso di inquinamento alla mancata capacità dell'industria dell'automobile di uniformare realmente i suoi prodotti ai limiti imposti dalla legge dei vari Stati, come evidenziato dal caso Dieselgate. In particolare sono finiti sotto la lente d'ingrandimento le emissioni di ossidi di azoto (NOx) provenienti dai veicoli diesel, leggeri e pesanti, circolanti nel 2015 nell'Unione Europea e in altri dieci mercati: Australia, Brasile, Canada, Cina, India, Giappone, Messico, Russia, Corea del Sud e Stati Uniti. Il numero di emissioni registrato è stato pari a 13,2 milioni di tonnellate di ossidi di azoto, superiore di 4,6 milioni di tonnellate rispetto agli 8,2 milioni di tonnellate che si sarebbero avuti in caso di rispetto delle varie certificazioni che i veicoli dovrebbero rispettare (ad esempio le normative Euro 6 nell'Unione Europea per le auto nuove ed Epa negli Stati Uniti). Tanto al momento dell'immatricolazione quanto negli anni successivi in seguito alle periodiche revisioni.

Le morti legate all'inquinamento

Seguendo questo procedimento i ricercatori hanno creato il primo archivio globale delle emissioni prodotte da autovetture e autocarri in strada, che superano i limiti legali monitorati dai test di laboratorio. In linea di massima è stato appurato che tutte le automobili diesel producono più ossidi di azoto tossici rispetto alle soglie di allarme fissate dai vari regolamenti nazionali o sovranazionali. Il superamento di quasi il 50% del limite ha portato alla morte prematura di 38mila persone per attacco cardiaco o patologie polmonari. La maggior parte dei decessi si sarebbe verificato in Europa, dove gli scarichi delle autovetture altamente inquinanti sono i principali responsabili dei decessi. Il Vecchio continente è affiancato da Cina e India, dove ad incidere maggiormente sono invece le emissioni provocate dai vecchi mezzi pesanti circolanti nel loro territorio. Il lavoro ha infine rivelato un dato inquietante: anche se le autovetture e i camion con motori diesel dovessero rispettare i limiti di emissioni, nei prossimi anni ci sarebbero comunque 70mila nuove morti all'anno. Gli eccessi di ossidi d'azoto nell'aria - secondo la ricerca - starebbero crescendo a un punto tale che, se non verranno attuate immediatamente i controlli necessari, nel 2040 il numero dei morti potrebbe raggiungere, dicono i ricercatori, l'impressionante cifra di 174mila persone all'anno.

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