Verona: politologo, centrodestra? Stare in 2 scarpe non premia

Veneto

Feltrin, voti 'tosiani' da una parte e dall'altra

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(ANSA) - VERONA, 28 GIU - L'analisi del 'caso' Verona, col centrosinistra tornato maggioranza dopo 15 anni, non è facile - servirà vedere i flussi sezione per sezione - ma per il politologo Paolo Feltrin la prima lettura sulla debacle del centrodestra è che "stare in due scarpe non premia". Feltrin, già docente di scienze politiche all'Università di Trieste, profondo conoscitore delle dinamiche elettorali in Veneto, non definisce però "storico" il risultato di Verona. "Il precedente in terra scaligera già c'era - spiega al quotidiano 'L'Arena' - , con l'amministrazione Zanotto. Anch'essa nata da una divisione del fronte opposto". Vent'anni fa, infatti, Michela Sironi, che guidò per due mandati il Comune con le insegne di Forza Italia, lasciò il partito di Berlusconi per sostenere il candidato progressista, Paolo Zanotto, il quale poi vinse. "Si conferma una regola aurea: chi si divide perde. Anche se pare che nel Movimento Cinque Stelle non lo capiscano", osserva l'analista, guardando per un momento al quadro nazionale. Più arduo invece capire dove siano finiti al ballottaggio, tra Tommasi e Sboarina, i 25mila voti di Flavio Tosi (escluso dal secondo turno). Senza i dati delle singole sezioni, Feltrin può solo azzardare una stima 'grossomodo': sembrerebbe, quindi, "che della dote elettorale di Tosi, circa 25 mila voti, settemila siano finiti a Tommasi, altri ottomila a Sboarina. Gli altri dieci...., pare semplicemente non ci siano stati. Elettori rimasti a casa". E' sicuro, tuttavia, che se il candidato di 'Rete' (la coalizione di Tommasi) "non avesse intercettato i consensi anche da parte di alcuni sostenitori dell'escluso dal ballottaggio avrebbe rischiato, magari, di perdere". (ANSA).
   

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