Ma manca ancora unificazione gestionale con Chioggia
(ANSA) - VENEZIA, 19 GEN - Le strategie di sviluppo dell'Autorità di sistema portuale Mar Adriatico settentrionale e gli interventi per garantire il rispetto degli obiettivi prefissati sono strettamente collegati al più generale tema della salvaguardia della laguna di Venezia. Non risulta però ancora completata l'unificazione amministrativa e gestionale dei porti compresi nell'Autorità, con evidenti ripercussioni sulla programmazione strategica, sull'organizzazione e sui servizi gestiti.
È quanto emerge dalla relazione della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti con cui è stata approvata la gestione 2020 dell'Authority portuale di Venezia e Chioggia.
La magistratura contabile ha evidenziato l'assenza di aggiornamenti al Protocollo sperimentale "Fanghi", risalente al 1993 e ancora unico riferimento per la gestione in condizioni di sicurezza ambientale dei sedimenti, anche al fine di adeguarlo alle più recenti discipline normative comunitarie e nazionali, in materia di salvaguardia ambientale.
Visti gli ultimi provvedimenti normativi - prosegue la Sezione - come il "decreto Venezia" e il Pnrr che hanno previsto ingenti risorse per lo sviluppo dell'area, è necessario dar corso rapidamente a un'ampia programmazione strategica degli interventi di sviluppo. In materia di grandi infrastrutture, inoltre, si sono registrati nel 2020 ancora ritardi, soprattutto nella riconversione e riqualificazione economica dell'area industriale di Porto Marghera.
La gestione 2020 si è conclusa con un avanzo finanziario di competenza di 7.188.288 euro e un risultato di amministrazione di 20.280.936 euro. Il conto economico evidenzia un utile di esercizio di 425.236 euro, inferiore rispetto al 2019 (10,5 milioni), ma che sconta gli effetti della pandemia nella gestione delle attività e nel bilancio, in particolare la contrazione dei proventi da tasse di ancoraggio, tasse portuali e canoni e alla diminuzione del traffico portuale (-11% sul 2019) che si attesta complessivamente a 23 milioni di tonnellate: il porto di Venezia vede diminuire i propri traffici del 10,2% mentre quello di Chioggia di ben il 31%. (ANSA).