Prevenzione e corretta informazione, in Abruzzo è così da sempre
(ANSA) - VENEZIA, 06 DIC - "Il lupo è tornato tra noi e la convivenza è possibile. La questione va affrontata sul piano scientifico e supportata da una corretta informazione". E' condensato in questi due concetti il parere dell'Associazione Biologi del Veneto (Abv) sul tema della presenza del lupo sulle montagne della regione, e sul clima di preoccupazione che accompagna la riccmparsa, dopo 150 anni, di questi animali. "Le osservazioni sempre più frequenti e le predazioni su animali domestici - spiegano i biologi - devono essere mediate dalla conoscenza delle misure da intraprendere per ridurre questo fenomeno che crea danni e disagi. La loro assenza secolare ha rimosso, dalla nostra memoria storica, quei comportamenti necessari ad una serena convivenza, e a tutelare gli allevamenti e gli animali domestici. Secondo ABV, l'antidoto al conflitto sociale che si crea quando appare una crisi faunistica (l'Orso in Trentino o ai Cinghiali in città), è la prevenzione e una corretta comunicazione. Citando gli ultimi report della Regione sulla presenza dei lupi (ad oggi 12 branchi stabili, con presenze nelle province montane fino a raggiungere i colli Berici ed Euganei) i biologi osservano che "l'impatto più evidente è la predazione sugli allevamenti a pascolo, ovini e bovini, che non sono dotati di alcuna misura di protezione preventiva, stante la relativa novità del fenomeno". In regioni come l'Abruzzo, dove il lupo è sempre stato presente, " la convivenza tra allevatori e lupo è radicata nella cultura: "nessun allevatore si sognerebbe di non dotare, il proprio allevamento al pascolo, di reti elettrificate e cani da pecora abruzzese-maremmano, riconosciuti a livello mondiale come i cani più efficaci nella protezione dai predatori". Le dotazioni a difesa degli allevamenti, inoltre, vanno applicate in primis alle aree di prima colonizzazione scelte dal lupo, cioè quelle montane a bassa densità di popolazione residente, distribuite su piccoli paesi sparsi ai margini dei boschi, In questo contesto naturale il lupo tende a frequentare questi piccoli paesi; "se non mediato culturalmente - afferma -, questo comportamento crea un comprensibile disagio nei residenti che va affrontato, da una parte dialogando in modo partecipativo e dall'altro con modalità di prevenzioni delle predazionii. La prevenzione è tanto più efficace quanto è costruita su misura degli animali domestici da proteggere, caso per caso, azienda per azienda, località per località e realizzata da chi ha una profonda conoscenza del lupo; in caso contrario queste recinzioni elettriche diventano una trappola". (ANSA).